A Predappio, in Romagna, dove c’è un sindaco del Pd che si chiama Giorgio Frassineti, il Museo del fascismo, comunale, dovrebbe aprire i battenti nel 2019, per un costo complessivo di 5 milioni, di cui 4,5 sarebbero fondi pubblici, e con il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Luca Lotti, che appoggia il progetto e promette sostegno finanziario.

A Ghilarza, in Sardegna, la Casa museo Gramsci, di proprietà della Fondazione «Enrico Berlinguer» e gestita con fondi regionali, potrebbe diventare monumento nazionale. Per essere più esatti, è la casa in cui Gramsci, a partire dal 1898, visse gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, che potrebbe diventare monumento nazionale.

Questo è infatti ciò che stabilisce la proposta di legge presentata dalla deputata Pd Caterina Pes che ieri è stata approvata alla Camera e che ora dovrà passare in Senato. Così è fatto il Pd renziano. Da una parte appoggia il progetto di ristrutturazione della casa del Fascio di Predappio e dall’altra promuove e sostiene nelle aule parlamentari la trasformazione della Casa museo Gramsci a Ghilarza in luogo della memoria di rilievo nazionale. Insieme, Mussolini e una delle sue vittime, Antonio Gramsci. Alchimie e bilanciamenti della vecchia «ditta» bersaniana diventata con Renzi un patchwork dalle cui trame può spuntare di tutto.

«La Casa Gramsci – spiega Caterina Pes – è un luogo di memoria, nel quale le vicende personali di Antonio Gramsci si intrecciano, negli anni della sua formazione, con quelle della storia dell’Italia. È giusto che, a pochi giorni dal 25 aprile, il parlamento renda omaggio a Gramsci, deputato sardo che fu arrestato dal regime mussoliniano e che morì in un carcere fascista. Voglio ringraziare – dice ancora Pes – il Pd che ha creduto in questa legge, la commissione cultura che l’ha fortemente voluta e tutte le opposizioni che l’hanno sostenuta. Spiace che il M5S abbia votato contro e che la Lega si sia astenuta, perché Gramsci è di tutti».

«La decisione di esprimere voto contrario rispetto all’istituzione della casa di Antonio Gramsci quale monumento nazionale – replica il capo gruppo M5S alla Camere, Roberta Lombardi – non ha né ragioni aprioristiche né ideologiche, ma sostanziali. Nel nostro ordinamento non esiste alcuna definizione di monumento nazionale. Per cui ieri la Camera ha approvato una cosa che non esiste».

Dura con i grillini Sinistra italiana: «L’approvazione da parte della Camera della proposta di legge che dichiara Casa Gramsci monumento nazionale – dicono i deputati Michele Piras e Carlo Galli – è un atto dall’importante significato simbolico, che riconosce la grande valenza storica del pensiero e dell’azione politica di una delle figure più rilevanti del Novecento. M5S ha votato contro sulla base di pretestuose argomentazioni burocratiche. Un movimento, quello grillino, che, nato per rinnovare la politica, sempre di più, invece, si sta dimostrando l’erede diretto della destra qualunquista del secondo dopoguerra».