Con una temperatura che ha registrato fino a -30 gradi percepiti, in Iowa è finalmente arrivato il giorno delle primarie del partito repubblicano. I candidati hanno affrontato il voto contro Donald Trump, dato per favorito con il 48% delle preferenze, seguito dalla sua ex ambasciatrice Usa all’Onu Nikki Haley che, presentandosi comevoce moderata e di buon senso, ha raggiunto il 20% del gradimento, mentre il governatore della Florida Ron DeSantis, che ha seguito la strategia di superare a destra Trump, si ferma al 16%.

I giorni precedenti al voto sono stati una lotta con il freddo che ha fatto saltare comizi all’ultimo momento, improvvisarne altri in luoghi di fortuna e fatto salire il livello di nervosismo dei i candidati. De Santis ha cercato di essere ovunque, fissando incontri anche a mezzanotte e arrivando sempre in ritardo anche di 40 minuti, con i supporter che lo hanno seguito dalla Florida impegnati a far cantare ai pochi iowani presenti le canzoni scelte come inni della campagna. Man mano che saliva il gradimento di Haley, saliva anche, fra i membri del suo staff, l’insofferenza verso la stampa che, il giorno prima del voto, è stata cacciata in malo modo da un evento organizzato in un ristorante.

Una preoccupazione sotterranea era percepibile anche all’unico incontro di Trump con la sua base, avvenuto nei giorni più freddi . Tra un insulto e l’altro ai suoi rivali di oggi come a quelli di sempre, durante il suo discorso di chiusura l’ex presidente ha invitato la sua base a sfidare il freddo e a non dare per scontata una vittoria annunciata da mesi.
Tutto si è svolto in tono minore rispetto al solito, con comizi dove solitamente la stampa superava il numero degli elettori e dove, andando ad indagare, la maggior parte dei non giornalisti presenti non era dell’Iowa, ma arrivava da stati vicini o da stati amici dei candidati: molti texani per De Santis e molti dal Kansas per Haley.

A fare da traino ai candidati ci sono stari anche politici di supporto come la candidata trumpiana sconfitta nella corsa come governatrice dell’Arizona, Kari Lake, che potrebbe diventare la candidata vice del tycoon, e che in queste primarie in Iowa lo ha aiutato a consolidare la sua posizione con gli evangelici. Nei giorni prima del voto la si è vista in tutti i luoghi frequentati da Trump, dal suo albergo alla chiesa frequentata dall’ultra conservatore evangelico Bob Vander Plaats, attivista dell’estrema destra religiosa che ha corso senza successo alla carica di governatore dell’Iowa nel 2002, 2006 e 2010, ma che può contare comunque su un ampio seguito da consegnare al tycoon.