Continua la risalita del fattore Rt in Gran Bretagna. Al momento si attesta fra l’1 e l’1.4, il che significa grossomodo che ogni dieci persone con il virus lo trasmetteranno a un numero compreso fra 11 e 14. Il tasso di crescita dell’infezione è a sua volta in espansione quotidiana, tra il 2 e il 7%. I malati sintomatici di Covid-19 si stimano a 69.686, quasi il doppio rispetto ai 35.248 rilevati la settimana scorsa: ogni giorno si ammalerebbero circa 7.500 persone. La situazione si presenta più critica al nord est del paese, nelle Midlands e nello Yorkshire, dove da martedì prossimo saranno introdotte nuove norme per il contenimento del contagio: le famiglie non potranno più incontrarsi reciprocamente in casa o nei propri giardini, mentre per i pub e i ristoranti del Lancashire e del Merseyside cadrà la mannaia della chiusura anticipata alle 22.

Secondo la Bbc, le persone interessate dalle nuove regole saranno tredici milioni e mezzo, una media di una su cinque, ripartite in quasi undici milioni in Inghilterra (il 19% della popolazione), 1.8 milioni in Scozia (il 32%) e oltre 411mila persone in Galles (il 22%). È un temuto quanto ravvicinato riavvolgimento veloce: misure simili erano state già introdotte in queste zone all’inizio di agosto e successivamente sospese. Il vasto ospedale “pop-up” di Birmingham, costruito appositamente per fronteggiare l’emergenza durante la prima ondata dei contagi e successivamente chiuso, è stato rimesso in stato di «allerta elevata».

Sono tutte misure volte a scongiurare un nuovo lockdown, che secondo la spiazzante rivelazione dal premier Boris Johnson avrebbe conseguenze economiche «disastrose» per il paese.

Gli ha fatto eco una volta tanto la nazionalista sua omologa scozzese Nicola Sturgeon, invitando per l’ennesima volta alla pazienza e alla temperanza pur di evitare il nefasto lockdown e la chiusura delle scuole, che in tutto il Regno Unito avevano regolarmente riaperto il primo settembre.

La situazione morbosa si presenta un po’ meno critica nell’Inghilterra sudoccidentale, anche se i numeri londinesi sono anch’essi in crescita, inducendo il sindaco Sadiq Khan a cancellare i consueti fuochi d’artificio della notte di capodanno.

Nulla di nuovo quanto alla ripartizione sociale della malattia: l’incidenza dei contagi continua a prendere di mira in particolare le persone cosiddette Bame (Black, Asian, minority ethnic) e quelle affette da disabilità. Essa è di sei volte più elevata tra i cittadini di origine pakistana, mentre per gli indiani è di due volte e mezzo quella dei bianchi. Il finora ectoplasmico leader dell’opposizione labour, (Sir) Keir Starmer, si è appellato a Johnson perché indica una riunione del meeting di emergenza nazionale Cobra a seguito dell’impennata dei contagi.

Quest’ultimo è sotto attento scrutinio per via dell’ambizioso, costoso (cento miliardi di sterline) e contestato assai programma operazione Moonshot («lancio sulla luna», nome reminiscente della corsa all’allunaggio vinta poi ironicamente dai russi): un tamponamento a catena che dovrebbe procedere al ritmo di dieci milioni di test al giorno. Che sarebbe finanche illegale, giacché travalicherebbe le direttive riguardanti l’osservazione dei pareri scientifici e le regole di oculatezza nelle spese datesi dal governo. Per tacere del fatto che, all’inizio di settembre, il progetto verso la luna era ammarato mestamente subito dopo il lancio, con neanche mezzo milione di test effettuati nella prima settimana.