Il nuovo trattato commerciale dei paesi dell’America del Nord, l’Usmca (United States-Mexico-Canada Agreement), è stato approvato dal Senato statunitense con 89 voti a favore e dieci contrari. Il mese scorso il trattato era stato approvato dalla Camera a guida democratica, con 385 voti a favore e 41 contrari.

Questo progetto di legge, molto caldeggiato dal presidente Trump, raccoglie le ultime modifiche sottoscritte a metà dicembre da tutti e tre i paesi, dopo un negoziato tra Casa bianca e democratici: gli allegati voluti dai dem hanno integrato la versione finale dell’accordo e introducono novità riguardo difese ambientali, legge sul lavoro, applicazione e protezione dei brevetti.

La speaker democratica della Camera, Nancy Pelosi, ha definito Usmca un testo «infinitamente migliore» del «vecchio» Nafta, negoziato negli anni ’90 da George Bush e successivamente spinto al Congresso da Bill Clinton.

Una bella spinta all’approvazione dell’Usmca è arrivata anche dall’American Federation of Labor and Congress of Industrial Organizations, Afl-Cio, organizzazione sindacale molto potente negli Usa e che conta 12,5 milioni di lavoratori: «Per la prima volta ci saranno norme lavorative applicabili sul serio», ha dichiarato il presidente Aft-Cio Richard Trumka.

Con l’approvazione del trattato e la firma per un iniziale accordo commerciale con la Cina, Trump in campagna elettorale può affermare di aver adempiuto al suo impegno di eliminare i «cattivi affari» commerciali fatti dai suoi predecessori.