Sotto un cocente sole estivo, ieri il movimento Notav è tornato far sentire la sua voce sul terreno, a poche centinaia di metri dal cantiere di Chiomonte, da tempo semi fermo. Circa 40 manifestanti hanno bloccato la strada che porta al varco d’accesso, e per diverse ore sono stati fronteggiati da un nutrito numero di poliziotti. In un comunicato il movimento Notav dichiara: «Un cantiere vuoto, fermo da oltre un anno e mezzo, un progetto inutile e costoso. Vogliamo che si smonti il checkpoint militare all’ingresso e che si chiuda questo cantiere. Siamo un movimento che non si arrende! Oggi è l’inizio della campagna estiva di lotta!». Terminato il periodo di flebile speranza per una svolta positiva istituzionale la val Susa pare aver scelto un nuovo tempo di opposizione fisica al cantiere e alle trattative più o meno teatrali che dividono il governo giallo verde.

Le trattative governative tra M5s e Lega giungono come riletture di un copione noto, e per molti aspetti stanno ricompattando il movimento dopo la sbandata a cinque stelle. Cinque stelle che, nonostante l’evidenza fattuale del procedere burocratico del Tav, continuano a negare qualsiasi avanzamento. «Non è partito alcun bando, si tratta della manifestazione d’interesse da parte di eventuali imprese, che durerà tre mesi, ed ha la clausola del recesso senza oneri e senza alcuna motivazione da parte dello Stato interessato», ha detto il ministro dei Trasporti Toninelli a proposito dell’avvio dei lavori della Torino-Lione.

Per tutto il giorno il ministro ha rintuzzato le notizie provenienti da Parigi. Dopo aver respinto la parola «bandi», ha contrastato le dichiarazioni della coordinatrice del Corridoio Mediterraneo, Iveta Radicova, sull’aumento del finanziamento europeo per i corridoi Ten-T. «Chi oggi afferma che c’è un aumento dei fondi europei al 55% dovrebbe con onestà dire che per aumentarli serve un nuovo regolamento europeo in cui devono essere accettate le opere per cui aumentare i fondi e soprattutto l’approvazione del parlamento europeo e questo farebbe passare due anni».
Il precedente coordinatore, Brinkhorst, autore di annunci trionfanti uguali, ha sempre firmato i suoi comunicati con queste parole: «Il report esprime l’opinione del coordinatore e non pregiudica la posizione ufficiale della Commissione europea».