Tirare su l’amo dai cataloghi delle grandi rockstar può riservare a volte delle sorprese. Soprattutto quando a rimanere attaccato all’esca è un progetto che può portare ad illuminare vie ed indirizzi non sempre pienamente compresi al momento della loro uscita pubblica. Questo può valere anche per un “intoccabile” come Freddie Mercury, la cui discografia a prescindere dal tocco “magico” ebbe molti alti e altrettanti bassi. Tuttavia per l’iconico front-man dei Queen, la carriera solista coincise con uno dei periodi più bui della sua carriera. Il suo “lost weekend”, tratto depressivo comune a molti artisti della sua generazione, lo ebbe a metà degli anni ’80 con il trasferimento a Monaco di Baviera e la difficilissima realizzazione di Mr. Bad Guy. A differenza dell’ex-Beatle John Lennon che, dieci anni prima, tra festini, droghe e la nuova compagna May Pang, riuscì a produrre un disco ancor oggi sottovalutato come Wall and Bridges e la registrazione di Rock’n’Roll, Mercury sembrò rimanere al palo della sua ispirazione: non lo soddisfaceva la direzione musicale intrapresa né la band che ne assecondava senza capirlo l’estro creativo. Il suo disco non ebbe il successo immediatamente sperato.

ANCHE se alcuni brani precedentemente scartati dai Queen vennero recuperati in Made in Heaven, il canto del cigno della band, e canzoni come Living on my own subirono, una volta remixate postume, un’inversione di marcia, esaltate dalle caratteristiche performative della musica. Peraltro i dubbi dell’artista sono ben raccontati in Bohemian Rhapsody. Di quelle incertezze i produttori della colonna sonora del film hanno fatto tesoro, rivalorizzando con Never Boring quel materiale (triplo cd, surplus d’interviste video, libretto fotografico con intro dell’attore Rami Malek edito dall’Universal), che, per giunta allargato ai lati da una compilation dall’omonimo titolo e da una special edition di Barcelona. Proprio quest’album, dai caratteri fortemente anticipatori, il duetto con la soprano Montserrat Caballé contiene già tutti i Pavarotti and friends a venire, sembra rinnovare quel patto che Mercury aveva stipulato con il pubblico: di non annoiare mai.