Domani, forse, conosceremo la composizione del nuovo governo e capiremo qualcosa di più, ma fin da ieri era già evidente che avremo un governo Renzi-Berlusconi. Senza l’intesa tra i due su legge elettorale, riforme della Costituzione e politica economica non saremmo arrivati alla presentazione del governo. La sostanza è quella di uno spostamento a destra rispetto al governo Letta (un governo del Pd liquidato dal Pd). Così che Alfano, per difendersi da Berlusconi, deve gridare contro la patrimoniale e c’è attesa per vedere chi sarà il ministro responsabile dell’economia; ci vorrà il gradimento di Berlusconi, visto che, lo ripeto, siamo passati da un governo Letta a un governo Renzi-Berlusconi.
Questo pericoloso pasticcio politico avviene nel contesto di una crisi economica di grave portata, direi storica. E aggiungo che le crisi economiche in occidente hanno sempre spostato a destra gli equilibri politici e nessuno denuncia questo oggettivo pericolo. Sul terreno della politica e del Pd va registrato che le primarie – lo ha spiegato molto bene Asor Rosa sul manifesto del 15 febbraio – sono un disastro e mi verrebbe da ricordare ai lettori che nel Pd è stata avanzata la proposta di non chiamarsi più partito, ma solo «democratici». Insomma basta con i partiti, meglio i gruppi di interesse che senza mascherature politiche dichiarano direttamente i loro obiettivi.
Tutta questa confusione politica in una crisi economica di estrema gravità, che investe duramente l’Europa e anche, e gravemente, l’Italia. Viviamo una situazione difficile per l’economia e assai pericolosa per la politica. Il renzismo non prospetta nulla di buono. Bisogna sperare che nel Pd cresca una forza di opposizione e anche (importante ma tuttavia secondario) che Alfano non pensi di resistere a Berlusconi spingendo ancora più a destra Matteo Renzi. Per ultimo, raccomanderei al lettore di fare attenzione agli atteggiamenti di Confindustria e dei vari potentati della finanza e delle banche. Per Renzi sono forze di sostegno, nei fatti – e ne avremo conferma – forze di comando.