«Il 10 marzo di un anno fa l’Italia diventava una grande zona rossa. Un concittadino su 20 è stato contagiato secondo i dati ufficiali. Mai avremmo pensato che un anno dopo ci saremmo trovati in un’emergenza analoga»: è la sintesi fatta ieri dal premier Mario Draghi dei 12 mesi passati in pandemia. «C’è un nuovo peggioramento. Ognuno deve fare la propria parte, soprattutto il governo» ha proseguito. Il principale banco di prova è la campagna di immunizzazione: «Nel piano di vaccinazioni che sarà decisamente potenziato – ha promesso – si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo per tutelare i nostri concittadini più deboli. Questo non è il momento di dividerci».

IL PRIMO TRIMESTRE è stato costellato di tagli alle forniture di vaccini. Ma il numero di dosi disponibili nell’Ue dovrebbe raggiungere i 100 milioni al mese a partire da aprile, il 13,46% all’Italia. La stima è della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha poi attaccato Astrazeneca: «Ha consegnato meno del 10% di quanto concordato. Non possono spiegare perché non effettuano consegne ma hanno trovato vaccini da inviare in Australia (il lotto di 250mila dosi bloccato dall’Italia ndr). L’Unione europea continuerà a bloccare le esportazioni fintanto che l’azienda non consegnerà abbastanza dosi».

I nuovi casi di Coronavirus ieri in Italia sono stati 13.902 su 184.684 test. Il tasso di positività al 7,6. I decessi sono stati 318. In terapia intensiva 95 pazienti in più rispetto a domenica, 2.700 in tutto; i ricoveri ordinari crescono di 687 unità, per un totale di 21.831. In isolamento domiciliare 448.002 persone. La regione con più nuovi casi è stata l’Emilia Romagna (2.987) seguita da Lombardia (2.301), Campania (1.644), Piemonte (1.214), Veneto (1.198).

DALL’1 AL 7 MARZO in Emilia Romagna c’è stata un’incidenza di 438 casi su 100mila abitanti, picco che supera quello di novembre. Nelle Marche è stato pari a 340,9 su 100mila abitanti. In Lombardia continuano a salire i ricoveri: i pazienti in terapia intensiva sono 597 (24 in più), negli altri reparti 5.200 (più 142). Negli Spedali civili di Brescia il tasso di saturazione in terapia intensiva è oltre il 90%. Il Piemonte lunedì prossimo potrebbe diventare zona rossa. Rosse da domani Viareggio, le province di Pesaro Urbino e di Fermo.

Sono 11 le regioni che superano la soglia critica del 30% di occupazione delle terapie intensive, come spiega Agenas (dati aggiornati a domenica): Abruzzo (40%), Emilia Romagna (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (40%), Marche (42%), Molise (49%), Bolzano (38%), Trento (53%), Piemonte (32%), Toscana (34%), Umbria (58%). Nei reparti ordinari, la soglia critica del 40% viene superata o uguagliata da 7 regioni: Abruzzo (43%), Emilia Romagna (45%), Lombardia (44%), Marche (52%), Molise (43%), Piemonte (40%) e Umbria (50%).

IL DIRETTORE GENERALE del ministero della Salute, Gianni Rezza, ieri ha firmato la circolare che dà il via libera al vaccino Astrazeneca anche per gli over 65 (684mila dosi arrivate ieri in Italia). Il siero però non è utilizzabile per «i soggetti estremamente vulnerabili in ragione di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia che aumenti il rischio di sviluppare forme fatali di Covid-19». L’accelerazione del piano vaccinale è stata oggetto dell’incontro ieri a Palazzo Chigi tra il commissario Francesco Paolo Figliuolo, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, i ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza. Si è fatta una sorta di fotografia della situazione. Draghi li ha poi incontrati, nel gruppo anche l’ad di Poste Del Fante: accelerare le somministrazioni e piano logistico le priorità. La Cabina di regia con l’ipotesi di nuove restrizioni dovrebbe invece tenersi oggi.

NONOSTANTE IL DPCM entrato in vigore sabato scorso, si ragiona di nuove misure più stringenti, come chiede il Cts, per allentare la pressione negli ospedali e permettere le vaccinazioni di massa. Tra le ipotesi, una zona rossa generale di 3 settimane o un lockdown nei fine settimana, il coprifuoco anticipato alle 20, la chiusura dei negozi nelle zone in cui c’è la didattica a distanza. Dieci giorni fa non si è travato l’accordo per la zona arancione nazionale né per la chiusura dei negozi con le scuole in dad per l’opposizione dei partiti di centrodestra. Mentre dal Cts trapelano i malumori: «Non conosciamo il piano vaccinale e non siamo stati coinvolti dal commissario Figliuolo. Si attende la nomina di un portavoce, cresce l’ipotesi di un ridimensionamento o revisione del mandato e della composizione».