Si aprono spiragli per un dialogo tra governo e opposizioni in Venezuela, benché ancora la situazione non sia definita. Se infatti ieri il presidente Maduro ha fatto sapere di accettare una forma di confronto, le opposizioni sembrano poco intenzionate, a dire il vero, a questa evenienza.

ACCUSANO IL GOVERNO Maduro di voler prendere in realtà solo tempo, mentre sanno bene che il gesto distensivo offerto potrebbe costituire una svolta nella storia recente del paese, finendo per svelare le mire golpiste e non quelle «democratiche» che l’opposizione dice di voler sostenere.

IERI NICOLAS MADURO con l’ntercessione dell’ex premier spagnolo Jose Zapatero e del presidente della Repubblica dominicana Danilo Medina, si è detto disponibile al dialogo. «Accetto questa nuova proposta per l’avvio di un dialogo con l’opposizione», ha dichiarato Maduro durante un dibattito televisivo. Il suo delegato al tavolo di confronto sarà l’ex presidente del Venezuela, Jorge Rodriguez.

L’opposizione – invece – ha annunciato che incontrerà per un meeting esplorativo il presidente Medina ma ha insistito che non si tratta dell’inizio formale di negoziati: «Il tempo per i gesti simbolici è finito. Per avviare negoziati seri chiediamo azioni immediate che dimostrino la volontà di risolvere i problemi della nazione e non servano a prendere tempo», ha reso noto il Tavolo per l’unità democratica.

Nel frattempo ieri il ministro russo dell’Energia Alexander Novak e la sua controparte venezuelana Eulogio del Pino hanno discusso di cooperazione bilaterale durante i colloqui avuti a Mosca e hanno ribadito la rigorosa adesione all’accordo Opec per la riduzione della produzione petrolifera.

«I MINISTRI RUSSI E VENEZUELANI hanno discusso dello stato e delle prospettive della cooperazione bilaterale, compresa la cooperazione nell’ambito degli sforzi dei paesi produttori di petrolio Opec e non Opec per la riduzione coordinata della produzione».