Il racconto delle due studentesse americane che hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri in servizio, a Firenze, la notte del 6 settembre scorso, è «estremamente verosimile», e non c’è alcuna «macchinazione» da parte delle due statunitensi di 19 e 21 anni. Ad affermarlo è il Gip del tribunale di Firenze Mario Profeta che tra domani e dopodomani dovrebbe decidere la data dell’incidente probatorio richiesto dal pm titolare dell’inchiesta, Ornella Galeotti, per raccogliere la deposizione delle vittime. Le due ragazze, che sono rientrate negli Stati uniti, potrebbero essere sentite il prossimo 10 novembre, anche in teleconferenza se non dovessero riuscire a tornare in Italia.

La prima richiesta di incidente probatorio è stata respinta per un vizio di forma sollevato dagli avvocati difensori dei due carabinieri. Nell’ordinanza apposita, il giudice ripercorre la vicenda – come riferiscono i giornali locali – e definisce «estremamente verosimile l’ipotesi che i rapporti sessuali siano stati consumati contro la volontà o comunque senza un consapevole e percepibile consenso delle due ragazze».

Nel documento si riporta anche la trascrizione della prima telefonata alla polizia, giunta alle 3:48 del 7 settembre: «Venite a prenderci per favore. Violentati dalla polizia. Polizia macchina. La casa…». E la ricostruzione del racconto dettagliato delle violenze, confermato da altre due ragazze che coabitavano con le vittime e che le hanno raccolte in lacrime.

Per il Gip però non è necessaria l’interdizione dal servizio dei due carabinieri per un anno richiesta dal pm, in quanto si ritiene al momento sufficiente la sospensione disposta dall’Arma e inoltre «il clamore internazionale della vicenda non rende plausibile l’ipotesi di un rientro in servizio dei due indagati».