Nel 2006 usciva nelle sale dell’arcipelago nipponico Noriko Dinner’s Table, film diretto da Sion Sono che raccontava, fra le altre cose, di un’organizzazione che offriva «famiglie in affitto» a chi ne avesse bisogno. Tratto da un suo stesso romanzo, il film di Sono esplorava e grottescamente metteva alla berlina il bisogno di calore famigliare ed allo stesso tempo l’alienazione che caratterizza la famiglia contemporanea, in modo originale certo ma seguendo anche un ricco filone del cinema giapponese, da Ozu a Kore’eda, sulla famiglia. Allo scorso festival di Cannes Werner Herzog ha presentato Family Romance, LLC, una docufiction che tratta dello stesso tema.

Il regista tedesco infatti prende lo spunto da una compagnia di Tokyo chiamata appunto Family Romance, che offre lo stesso servizio dell’organizzazione immaginata da Sono nella sua pellicola. Si tratta di un servizio realmente esistente fondato nel 2009 da Yuishi Ishii, con lo scopo di offrire conforto a persone che desiderano apparire in pubblico, funerali, matrimoni ed altre occasioni importanti, attorniati da falsi familiari. La compagnia offre anche comparse che recitano come amici o addirittura fidanzati o marito e moglie. In un certo senso l’idea è abbastanza antica e porta agli estremi ed attualizza delle usanze molto antiche, come quella delle «chiangiumuerti» salentine e di altre regioni dell’Italia meridionale: donne che venivano pagate per piangere e disperarsi in lunghi lamenti quando una persona veniva a mancare.

Tornando nell’arcipelago, sul finire del 2018 l’emittente nazionale Nhk realizza un documentario per il suo canale internazionale incentrato proprio sulla compagnia di Ishii, cavalcando l’onda di un certo orientalismo acchiappa click che spesso ricerca solo un certo tipo di notizie sul «Giappone strano» e macchiettistico. Il documentario fa il giro del mondo venendo trasmesso in un centinaio di paesi. Alcune settimane fa però la stessa Nhk rilascia una dichiarazione ufficiale in cui si scusa con i suoi telespettatori. Questo perché un’indagine condotta dal settimanale «Shukan» scopre che il documentario in realtà presenta molti elementi di finzione spacciati come veritieri. In una sorta di gioco di specchi infinito infatti, non solo le persone impiegate da Family Romance sono, come da premessa, degli attori, ma i tre protagonisti del documentario, spacciati come persone bisognose di aiuto, si sono rivelati essi stessi dei figuranti pagati da Ishii. Non è ancora chiaro quanto la produzione del programma fosse a conoscenza di questo artificio, se cioè il tutto sia stato organizzato e concordato dal regista assieme ad Ishii o meno, resta comunque il fatto che il documentario ha perso tutto il suo valore, gettando l’ombra del dubbio sulla NHK stessa ed il suo modo di operare.

Fosse stata una delle televisioni private che spesso e volentieri trasmette dubbi programmi di reality con protagonisti personaggi famosi, forse lo scandalo non sarebbe stato tale. I programmi trasmessi da queste reti private, che spesso presentano situazioni al limite del ridicolo, vengono presi con le pinze dagli stessi telespettatori nipponici. Ma il fatto che la rete nazionale, di solito impegnata ad ergersi come canale di notizie imparziali e per lo meno veritiere, anche se quando parla di politica interna c’è da mettersi le mani nei capelli, non è certo stato preso benissimo dai giapponesi. Ricordiamo che come per la Rai, anche per la Nhk esiste un canone mensile da pagare per chiunque abbia un televisore, e recentemente anche per chiunque sia in grado di vedere i canali nazionali sul proprio smartphone.

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