A Romano Prodi mi legano amicizia e politica, un lungo sodalizio sotto le insegne dell’Ulivo. Ci siamo divisi sul voto al referendum costituzionale. Romano, pur giudicando la riforma «modesta» e in difetto di «chiarezza e profondità», ha evidentemente privilegiato l’«etica della responsabilità» in rapporto alle paventate conseguenze sistemiche di una bocciatura di essa. Ma, nel motivare il suo sì critico e sofferto, ha messo in fila rilievi critici di peso sull’attuale corso politico sui quali merita tornare. Li rammento: il dovere di riscrivere la legge elettorale sulla quale il governo pose addirittura la fiducia e che era stata pensata come...