Giovanni Columbu fa il regista. Il suo ultimo film, Surbiles, nell’agosto dello scorso anno è passato in concorso al festival di Locarno nella sezione «Signs of Life», che indaga i territori di frontiere del cinema contemporaneo. Giovanni è figlio di Michele Columbu, che dagli anni Settanta sino ai primi anni Novanta è stato uno dei leader più autorevoli del Partito sardo d’azione (Psd’az), fondato nel 1921 da Emilio Lussu su un programma che aveva al centro la rivendicazione dell’autonomia politica e amministrativa della Sardegna. Subito dopo la seconda guerra mondiale il Psd’az strinse un patto d’intesa con il Partito d’azione. Quando questo confluì nel Psi, il Psd’az restrinse il suo campo alla sola Sardegna, dove alternò la partecipazione a coalizioni regionali egemonizzate dalla Dc con la guida, dal 1984 al 1989, di una maggioranza con Pci e Psi.

A fine anni Novanta il Psd’az ha appoggiato in Sardegna le liste progressiste e dell’Ulivo, ma alle elezioni regionali del 2009 ha siglato un’alleanza programmatica con il centrodestra, con il quale ha governato sino al 2013, quando l’alleanza berlusconiana guidata da Ugo Cappellacci è stata sconfitta dal centrosinistra di Francesco Pigliaru. Poi, nel 2015, è arrivato Giovanni Columbu, da sempre militante sardista. Ha lasciato la camera da presa è si è messo alla guida della corrente di sinistra del Psd’az, contraria all’alleanza col centrodestra, portandola a vincere il congresso del partito. Per due anni Columbu è stato presidente del Psd’az. Poi, di fronte alla controffensiva degli avversari sconfitti al congresso, si è dimesso. E il Psd’az ha preso una linea ondivaga: al comune di Cagliari in maggioranza con il centrosinistra di Massimo Zedda, alle ultime politiche insieme con Salvini. Il 4 marzo dalle urne l’alleanza Lega-Psd’az è uscita con un 11,7%, contro l’1% leghista e il 2% sardista nelle politiche del 2013. Un balzo in avanti straordinario.

«Il mio partito – dice Columbu – ha preso una decisione opportunistica. La linea federalista della Lega c’entra poco con l’autonomismo e l’indipendentismo del sardismo storico. L’alleanza non è stata fatta sul terremo dei valori e del programma, ma su quello del puro calcolo elettoralistico. A Salvini serviva la carta di credito di un partito regionalista storico come il Psd’az e ai sardisti in crisi di consensi servivano i voti dei leghisti in ascesa. Io e pochi altri ci siamo opposti. Non è servito». E il forte salto in avanti rispetto alle politiche del 2013? «Quello si spiega – risponde Columbu – con gli errori della sinistra. Quando la sinistra, per sposare il pensiero unico globalista, smette di difendere i più deboli, apre un vuoto di rappresentanza che finisce per essere colmato dalla destra, in Italia come nell’America di Trump e nella Francia di Le Pen. Destra e sinistra liberiste insieme hanno prodotto un disastro antropologico spaventoso. C’è da meravigliarsi che in questo deserto politico e morale spuntino fuori i Salvini e gli Orbàn?».