Maradona ha commesso, da qualche anno, il peccato di essere il migliore, il delitto di denunciare gran voce le cose che il potere impo ne di tacere, il crimine di giocare mancino, il che – secondo il Piccolo Larousse illustrato – vuol dire «con la sinistra» e significa anche: «Al contrario di come si deve fare».

Maradona non aveva mai usato stimolanti alla vigilia delle partite per moltiplicare le proprie potenzialità. È vero che è stato nel giro della cocaina, che si «dopava» nelle feste tristi, per dimenticare ed essere dimenticato, quando era già soffocato dalla gloria e non poteva vivere senza la fama che non lo lasciava vivere. Giocava meglio di tutti nonostante, non grazie alla cocaina.

Da quando la folla ha gridato il suo nome per la prima volta, quando aveva sedici anni, il peso del suo personaggio gli ha fatto curvare le spalle. Questo è un uomo che da molto tempo lavora sodo negli stadi, sottomesso alla tirannia del rendimento sovrumano, imbottito di cortisone, analgesici, ovazioni: perseguitato dalle esigenze dei suoi fedeli e dall’odio dei suoi detrattori.

Il piacere di distruggere idoli direttamente proporzionale alla necessità di costruirli. (…)

dal manifesto del 3/7/1994