Quando, un paio d’anni fa è stato accolto tra «gli immortali» dell’Académie française, Dany Laferrière ha riservato un sorriso di circostanza a chi gli faceva notare che si trattava del secondo nero a entrare nella celebre istituzione culturale, dopo Léopold Sédar Senghor, autore di prosa e poesia oltre che simbolo dell’indipendenza del Senegal. Poi, rapida, è arrivata la sua versione della cosa, accompagnata questa volta da un volto raggiante. «Pur essendo nato ad Haiti, il mio battesimo come scrittore è avvenuto a Montréal, in Canada, dove ho vissuto la maggior parte della mia vita. Vorrei essere un ponte tra l’America...