«Il Modello Roma è tornato». Ma non si tratta di reminiscenze veltroniane, stavolta riguarda i lavori del Giubileo. Ne parla Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil.

Segretario, di cosa si tratta?
Lo scorso 30 novembre abbiamo firmato il Protocollo sul Giubileo 2025, sottoscritto oltre che dal sindaco di Roma, anche dalle imprese. È molto innovativo perché prevede che la stazione appaltante applichi i contratti nazionali degli edili, premi più l’offerta tecnica che non i ribassi, escluda il subappalto a cascata, con più formazione e sicurezza. Pronti anche a ridurre gli impatti sui cittadini romani dei tanti cantieri previsti per il prossimo Giubileo lavorando anche 7 giorni su 7, h24 ma con massimo 8 ore a turno e 4 squadre.

Ma perché “Modello Roma”?
Per noi rappresenta il punto di riferimento per una nuova stagione contrattuale. Va esteso e generalizzato in tutta Italia. Deve essere un riferimento a livello nazionale, per almeno 4 ragioni.

Quali?
La prima: è stata una scelta condivisa con le associazioni datoriali per cui gli appalti pubblici sono una vera e propria leva di politica industriale: devono favorire l’uso di materiali migliori, migliore organizzazione del lavoro, più tutele, più sicurezza facendo crescere le imprese di qualità e garantendo opere che durano più nel tempo. La seconda è che si può tenere insieme il “fare presto” e il “fare bene”: questo perché il sindacato coniuga gli interessi dei cittadini con la tutela del lavoro. Poi orari rispettati, lavoro stabile, minore frammentazione nei cantieri sono la via per prevenire gli infortuni, anche mortali, eliminando parte delle cause che li provocano come il lavoro nero, le zone grigie, i subappalti, la compressione dei costi per la sicurezza. Infine dove c’è qualità e maggiore controllo sociale vi sono meno infiltrazioni mafiose. Pensiamo solo al Lazio, dove tra Giubileo e Pnrr, arriveranno quasi 11 miliardi: il rapporto della Direzione nazionale antimafia parla di un +500% di diffide antimafia. Questa intesa si ricollega non a caso al recente Protocollo per la Legalità, firmato in Prefettura che riconosce il ruolo del sindacato e delle nostre Casse Edili.

Oggi ne parlerete al convegno promosso da Cgil e da Fillea Roma e Lazio ‘Roma si prepara, al lavoro per la Capitale”. Ci saranno tra gli altri anche Landini, il prefetto di Roma, Lamberto Giannini e il sindaco Gualtieri.
Per i motivi elencati sopra non è un caso la presenza del prefetto. Noi siamo fieri di quanto fatto perché è una vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori, di chi si è battuto contro le forme di deregolamentazione del nuovo codice degli appalti, ma anche delle imprese serie. Abbiamo scelto apposta il sottotitolo “legalità, sicurezza e occupazione di qualità nelle opere pubbliche”, contro l’idea che solo senza vincoli si possono fare le cose.

Il governo Meloni non sta andando in questo direzione.
Certamente è un protocollo in controtendenza con la modifica al Codice degli appalti di Salvini ma c’è anche un messaggio per l’esecutivo alla luce della legge delega sulla contrattazione: le parti sociali sono in grado di autoregolarsi e anche di innovare. Non c’è bisogno di una norma che stravolga contrattazione e riduca i diritti. Il governo, tagliando bonus e eliminando lacci e lacciuoli, dice “più costruzioni, meno regole, meno rigenerazione urbana”, noi invece scommettiamo sulla rigenerazione. Il futuro è nella qualità del lavoro, nelle opere per la collettività fatte bene. Per questo per noi è un manifesto operativo. Ore le sfide sono due.

Quali?
Esportare il Modello Roma in tutti gli appalti pubblici e riuscire a portarne i principi anche negli appalti privati.