Tra gli emendamenti al «Cura Italia» ce n’è uno che se approvato potrebbe garantire contemporaneamente l’estensione di alcuni diritti fondamentali e una maggiore protezione della società nel suo complesso dai rischi del Covid-19. Si compone di due articoli: il primo permette a chiunque di ottenere l’iscrizione anagrafica nel luogo in cui si risiede, cancellando le limitazioni introdotte dalla legge 80/2014; il secondo elimina le restrizioni agli allacci del servizio idrico e igienico sanitario, rendendo possibile ottenerli in qualsiasi fabbricato usato come abitazione principale.

«Una delle raccomandazioni fatte in continuazione dal governo e da tutte le autorità mediche è di restare a casa e lavarsi spesso le mani – afferma Paola Nugnes, prima firmataria dell’emendamento – Senza casa o senza acqua si rimane esclusi in maniera grave dal diritto di salvaguardare la propria salute, ma anche dal dovere di proteggere quella degli altri».

Per questo la senatrice, eletta con il Movimento 5 stelle ma passata al Gruppo misto con Liberi e uguali (Leu), propone anche di requisire abitazioni e alberghi per creare alloggi temporanei destinati a chi non ha una casa, «come accade dopo i terremoti» (rispetto alla questione dei senza tetto il governo non ha fatto praticamente nulla e non ha in programma particolari interventi).

Di «norme vessatorie da eliminare» parla la senatrice Loredana De Petris (Leu), anch’ella firmataria dell’emendamento insieme ai colleghi Fattori, Errani, Grasso e Laforgia. Plaudono all’iniziativa legislativa i movimenti che nel corso degli anni hanno difeso l’acqua come bene comune.

«Le Nazioni Unite nel rapporto del 2019 definiscono l’esclusione dall’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari come forme di discriminazione delle fasce sociali più vulnerabili – dice Maurizio Montalto, portavoce della Rete a difesa delle fonti e del diritto umano all’acqua – In Italia abbiamo delle norme che limitano questo accesso. Bisogna correggerle». Già nelle settimane scorse la rete, insieme ad altre associazioni, ha fatto appello al presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte per una norma che andasse in quella direzione.

Finora non è avvenuto, ma l’emendamento potrebbe colmare questo vuoto. È stato giudicato ammissibile, è tra quelli segnalati e sarà votato domani nella V commissione del Senato, che si occupa di bilancio.