Quindici mesi dopo il voto del 4 marzo 2018, la giunta delle elezioni del senato ha preso un orientamento su tre casi contestati di elezioni o mancate elezioni. Assegnando un senatore in più alla maggioranza (M5S) e pareggiando entrate e uscite all’opposizione (ma togliendo un seggio al Pd e aggiungendolo a Forza Italia). La Lega compensa la rinuncia al seggio proporzionale della Calabria con il recupero del seggio uninominale di Modena, dove il riconteggio favorisce Stefano Corti sul Pd Edoardo Patriarca. Il seggio perso in Calabria è quello di Salvini, che resta in senato recuperando l’elezione nel Lazio senza danneggiare alcun leghista: toglie il seggio ad Anna Bonfrisco appena traslocata al parlamento europeo. Al posto di Salvini in Calabria è eletta per Forza Italia Fulvia Caligiuri.

Queste due decisioni, tecnicamente l’apertura di procedure di contestazione dell’elezione a seguito di riconteggio delle schede, sono state approvate all’unanimità dalla giunta per le elezioni presieduta dal senatore Gasparri. Mentre è passata a stretta maggioranza, e grazie all’appoggio decisivo del senatore della Svp la soluzione del caso della lista 5 Stelle «incapiente» nel collegio plurinominale siciliano.
È il famoso colpo di coda del Rosatellum, che in Sicilia ha punito i grillini per eccesso di vittoria. I 5S, infatti, al senato hanno conquistato tutti i collegi uninominali e tutti i collegi plurinominali regionali, 16 candidati, ma in Sicilia 02 Nunzia Catalfo era doppiamente candidata (uninominale e proporzionale) e così ai grillini è mancato un candidato da eleggere. E al senato, fin qui, il 315esimo senatore elettivo.

La giunta in questi mesi ha esaminato diverse soluzioni, provando persino a recuperare la lista dei candidati supplenti. Alla fine il relatore, grillino, per evitare di consegnare il seggio a Forza Italia e mantenerlo alla maggioranza e al suo gruppo che ha appena perso Paola Nugnes, ha proposto di applicare la legge elettorale della camera. Che consente lo slittamento dei seggi da una regione all’altra. Risulterebbe allora eletta una candidata dell’Umbria, in evidente violazione della Costituzione che stabilisce (articolo 57) che il senato deve essere eletto «a base regionale». Con il Rosatellum i voti di una regione sono già stati usati per eleggere deputati di un’altra. Ma con i senatori non si potrebbe fare.