Putin ha voluto mettere un punto sulla posizione russa sulla nuova crisi scaturita dall’offensiva militare della Turchia in Siria. Finora la diplomazia del Cremlino era apparsa cauta e perfino in qualche misura contraddittoria.

Dmitry Peskov, portavoce del presidente, nelle prime ore dopo l’assalto di Erdogan alle zone controllate dai curdi aveva sostenuto di «comprendere i motivi che muovevano la Turchia» chiedendo solamente alla Mezza luna di limitare il raggio della sua azione. Posizione rivista in parte dai rappresentanti della Federazione durante la riunione straordinaria dell’Onu. Durante un’intervista concessa a Sky News, Al Arabiya e RT Arabic, il presidente russo ha affermato che «la Siria deve essere liberata dalle presenze militari straniere illegittime». Il presidente russo ha rivelato di aver chiesto a Turchia e Siria di abbandonare le loro posizioni nel paese e di aver fatto la stessa richiesta a Trump.

«Chiunque si trovi nel territorio di qualsiasi Stato, in questo caso la Siria, è illegittimo, deve lasciare questo territorio. Questo vale per tutti gli Stati. Se la legittima leadership della Siria afferma che non ha più bisogno della presenza delle forze armate russe, noi adempiremo a tale richiesta» ha aggiunto Putin.

In realtà il capo del Cremlino, da sempre alleato di Assad, rivendica un ruolo preminente per il suo paese nelle operazioni di distruzione delle residue sacche di resistenza dell’Isis, nella soluzione della questione curda e del business della ricostruzione del paese. «Una volta acclarata l’unità statale della Siria anche la questione curda potrà trovare una soluzione» ha dichiarato, mandando un implicito segnale alla dirigenza della resistenza comunalista democratica curda.

Tuttavia Putin, per la prima volta, non ha voluto evitare alcune punture di spillo proprio contro Erdogan, tornato a essere da tempo suo alleato strategico.

Per Putin l’operazione turca finirà per ringalluzzire le forze del fondamentalismo islamico e non abbatterà il movimento curdo. «Ora l’esercito turco entra nelle zone curde e questi ultimi sono costretti ad abbandonare le posizioni ma non sono sicuro che l’esercito turco – e quanto velocemente – possa prenderne il controllo» ha chiosato.

Putin ha poi aggiunto che purtroppo ci sono ancora «centinaia di combattenti, migliaia se parliamo di Csi, dell’Isis in Siria con passaporto di paesi ex-sovietici». Che spesso poi rientrano in Russia.