Interrogatorio di garanzia ieri per Filippo Turetta, accusato di sequestro di persona e omicidio volontario di Giulia Cecchettin, aggravato dalla relazione affettiva terminata. Secondo il legale dei Cecchettin, Nicodemo Gentile, ai reati andrebbe aggiunto lo stalking: «Ha dimostrato di essere un molestatore assillante. Il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’. Un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto Turetta prima a reiterate molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo, l’omicidio al fine di gratificare la sua volontà persecutoria». Il quadro accusatorio potrebbe aggravarsi se emergesse anche la premeditazione e la crudeltà.

L’INTERROGATORIO è iniziato alle 10 nel carcere di Verona ma è durato pochi minuti. Turetta, in lacrime, si è avvalso della facoltà di non rispondere e, seguendo la strategia difensiva, ha poi rilasciato dichiarazioni spontanee: «Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro». La fuga è durata una settimana: quando è stato fermato in Germania, era in autostrada senza soldi né benzina. La difesa per ora non ha chiesto la perizia psichiatrica ma più avanti potrebbe puntare sul «black out mentale». Le dichiarazioni di ieri riprendono quanto confessato in Germania (ma non utilizzabile nel processo). «Che fosse stato lui lo avevamo capito subito, ne prendiamo atto ma lo sapevamo» il commento dell’avvocato dei Cecchettin.

I FEMMINICIDI proseguono. Ieri a Salsomaggiore (Parma) la 66enne Meena Kumari è stata uccisa dal marito, l’aggressione in casa davanti a familiari: la donna è scappata ma l’uomo l’ha inseguita con una mazza da cricket. Una carabiniera fuori servizio ha sentito le urla: ha trovato la vittima a terra davanti la porta aperta dell’appartamento, il marito continuava a infierire sul volto della moglie. Nel milanese un 32enne ha ferito con un coltello la moglie davanti al loro bimbo di 4 anni. Nel bolognese un 59enne è stato arrestato mentre cercava di fare irruzione a casa della donna che l’aveva lasciato. Ravenna, un 48enne perseguita l’ex nonostante fosse stato già ammonito e denunciato in precedenza da un’altra donna: questa volta è scattata la sorveglianza speciale. Un 40enne è stato arrestato per tentato stupro a Pisa; nel fermano un 26enne denunciato per violenza sessuale nei confronti di una donna con fragilità. Frosinone, un 44enne in manette per aver ripetutamente picchiato la compagna alla presenza dei due figli. Penisola Sorrentina, un 35enne in manette dopo aver minacciato di morte la moglie davanti alla figlia di 9 anni. A Bari due bimbe di 9 e 13 anni sono state abusate dal compagno 67enne della madre. Una donna di 41 anni uccisa davanti ai figli ad Andria, in Puglia: il marito non accettava la separazione.

REGGIO CALABRIA, 25 novembre, «la prossima potresti essere tu»: così un 38enne alla compagna. L’ha afferrata per il collo, trascinata nella camera dei figli e picchiata davanti al bimbo di 6 anni. Le volanti hanno trovato la donna con l’altro figlio di 2 anni in braccio: ha denunciato costrizioni fisiche e psicologiche, minacce, forzati rapporti sessuali, l’allontanamento di familiari e amici. Stessa città: in manette un 47enne che stava picchiando la moglie, non voleva che lavorasse e le impediva di uscire. Dalla strada gli agenti hanno visto sul balcone tre bambine di 12, 10 e 8 anni che gridavano «venite, siamo qui», una di loro aveva un foglio con la scritta «Help». L’uomo era già stato sottoposto al divieto di avvicinamento. L’allarme l’ha dato la figlia di 8 anni componendo sul cellulare della mamma il 113. Le bimbe hanno visto il padre buttare volutamente a terra la cenere di una sigaretta per poi chiedere alla madre di raccoglierla e, da lì, l’ennesima violenta aggressione.