Come ogni anno, in questo periodo – e a maggior ragione ora con lo spettro di una Brexit senza accordo, capace di lacerare il tessuto sociale nordirlandese – l’atmosfera si fa incandescente a Belfast e dintorni. Si apre, infatti, la famigerata e temuta stagione dei bonfire, i roghi fatti di pallet e copertoni e alti metri e metri, che le comunità unioniste e lealiste innalzano in ricordo della battaglia del Boyne che sancì la vittoria del protestante Guglielmo d’Orange sul re cattolico James Stuart nel 1689.

Attorno a questi enormi falò si radunano centinaia e centinaia di persone, e l’atmosfera è generalmente più tribale che festosa, con immagini degli avversari politici date alle fiamme, ma anche di bandiere dell’Europa e della Palestina bruciate, e così via.

I roghi che saranno accesi la notte dell’11 luglio prepareranno la strada alle parate lealiste – altra manifestazione di settarismo e violenza verbale e simbolica – del 12, in cui pressoché tutte le cittadine del nord vedranno passare in rassegna per strade e stradine le logge orangiste al suono flauti e tamburi.

Nei giorni scorsi il City Council di Belfast ha disposto la rimozione da un sito a est della città, di più di mille copertoni. Gli pneumatici sono usati per tenere vive le fiamme dei roghi più a lungo, ma hanno la ovvia controindicazione di rendere l’aria irrespirabile nei dintorni, e moltiplicare i livelli di inquinamento nei giorni successivi. Alla decisione si sono opposti gruppi di attivisti protestanti, che hanno occupato l’area in questione e promesso di non cedere alla decisione comunale.

Qualcosa di simile accade a Portadown, cittadina sulle rive del fiume Bann al centro di storici scontri nel passato, in cui l’enorme falò eretto minaccia molte abitazioni vicine, e costringerà decine e decine di famiglie a trasferirsi temporaneamente in ostelli fuori dal centro.

Intanto, nella notte del 10 luglio è stata lanciata, contro una casa di Monagh Road, nell’area a maggioranza cattolica di Turf Lodge, Belfast Ovest, una bottiglia incendiaria. In casa c’erano una donna con i due figli; ma oltre allo spavento e ai danni, nessuno si è fatto male.