Sono saliti da Napoli a Roma per l’ennesima volta, spostandosi in corteo da Stazione Termini al Mise sempre accompagnati dallo slogan «La gente come noi non molla mai» e con l’ormai storico striscione blu con la scritta Whirlpool coperta da strisce rosse a ricordare il licenziamento subito dalla multinazionale americana a novembre scorso.
Già in quei giorni si attendeva il passaggio al sedicente «consorzio sulla mobilità sostenibile» che doveva reindustrializzare la fabbrica di via Argine. Quasi cinque mesi dopo la situazione è rimasta ancora la stessa. Nonostante gli impegni presi dal governo e delle aziende, i lavoratori non sono ancora stati riassunti e non hanno prospettive precise sui tempi del loro ritorno al lavoro, per cui lottano da oltre tre anni.

Ieri l’ennesimo tavolo al Mise non ha migliorato la situazione. Anzi, forse l’ha peggiorata. Rispetto all’ultima riunione di febbraio infatti alcune aziende che dovevano entrare nel consorzio si sono sfilate e ieri la capofila, la Adler, non ha presentato il suo piano industriale.

Ancor più grave il fatto che è ormai assodato che le assunzioni non saranno fatte dal Consorzio ma dalle singole aziende e dunque con tempi e numeri diversi, cozzando con la richiesta dei sindacati di mantenere l’unità dei lavoratori.

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Ieri dunque sono stati presentati i progetti di Garnet Services – scooter elettrici, occuperebbe entro l’estate circa 30 persone a Caserta, per poi salire a regime a 75 a Caserta e 35 nel sito di via Argine entro il 2023-2024 – , della svedese Midsummer – celle fotovoltaiche flessibili e sta progettando di produrre batterie allo stato solido con occupazione 30 dipendenti entro i primi 12 mesi, 60 entro 24 mesi e 110 entro 36 mesi, di cui però solo 30 tecnici di laboratorio che potrebbero essere assunti fra gli operai ex Whirlpool -, e Envision che propone un progetto di arredi e componenti smart, senza stime sull’impatto occupazionale.

Unica nota positiva annunciata dal Mise: «Whirpool, a scanso degli equivoci che erano sorti, si è ufficialmente dichiarata disponibile a vendere a prezzo simbolico il sito a chi si impegni ad assumere i lavoratori.

Le parti si rincontreranno al Ministero dello Sviluppo economico il giorno 13 aprile con Adler che «si è detta confidente di essere in grado di presentare il dettaglio del primo progetto di rioccupazione».

Il ministero del Lavoro «sta inoltre verificando la compatibilità di sommare la indennità di frequenza ai corsi di formazione regionali con la Naspi; ma sul punto ha pesato l’indisponibilità della Regione Campania. Il prefetto di Napoli, presente al tavolo, ha convocato un tavolo per questa mattina «sia sul tema della formazione sia per monitorare il processo di trasferimento del sito di via Argine», annunciano in una nota unitaria Fim, Fiom e Uilm.

«Finalmente abbiamo parlato di fatti concreti e piani industriali, anche se insufficienti. La cosa più importante è avere condiviso un percorso con aziende e governo secondo il quale il sito di via Argine dovrà essere acquisito con la garanzia di rioccupazione di tutti i 317 i lavoratori», commenta Barbara Tibaldi della Fiom.