E’ realmente una tragedia senza fine quello che sta avvenendo nelle acque dell’ Egeo. Dopo le diciotto vittime al largo delle isole di Samos e Lesbo, in poche ore si sono susseguite altre due tragedie del mare: la prima a poche miglia dall’Isola di Kalimnos, nel Dodecanneso, nella notte di giovedì. Un barcone di legno, con a bordo più di 150 migranti, si è rovesciato a causa del mare in burrasca. La capitaneria di porto greca si è mobilitata immediatamente, riuscendo a salvare 138 vite. Altre 19 persone, purtroppo, sono state recuperate dal mare, senza vita. Si tratta di due uomini, sei donne ed, ancora una volta , otto bambini e tre neonati. Non è chiaro quanti siano i dispersi, mentre nella parte di mare dove è avvenuta la tragedia, per tutta la giornata di ieri hanno continuato a soffiare fortissimi venti.

Oltre a quattro navi della guardia costiera ellenica, hanno preso parte alle operazioni di salvataggio un elicottero Super Puma, un’ unità navale di Frontex e tre piccole navi di pescatori. Il secondo naufragio è avvenuto all’alba di venerdì, alle cinque, a Nord di Rodi. I superstiti sono sedici, i morti accertati tre (di cui, purtroppo, due bambini) mentre altre tre persone fanno ancora parte della lista dei dispersi. Negli ultimi due mesi, nel tentativo di arrivare in Grecia dalla Turchia, hanno perso la vita nelle acque dell’Egeo, 72 bambini. «Vedere le salme dei piccoli venir raccolte nelle spiagge o recuperate dal mare, ti fa provare un continuo, indescrivibile dolore», ha dichiarato ai media greci un rappresentante di Save The Children.
Di questa tragedia umanitaria che supera i confini e le possibilità concrete della Grecia ha voluto parlare, con tono accorato, il primo ministro ellenico Alexis Tsipras. «La Grecia sta attraversando una crisi. Il popolo greco è un popolo povero, ma ricco di valori e di umanità. Non chiediamo neanche un euro per compiere il nostro dovere umano verso le persone che perdono la vita appena oltre l’uscio della nostra casa» ha sottolineato il leader greco, prendendo la parola in parlamento. Ed ha aggiunto che «questo paese sta insegnando cosa sia l’umanità. In questo difficile momento sta insegnando qual è il vero volto dell’Europa, quello, cioè, dell’isola di Lesbo». Il premier greco e presidente di Syriza ha mosso dure critiche alla strategia dell’Unione europea, in materia di immigrazione e riguardo, soprattutto, alla gestione delle emergenze che stiamo vivendo.

Secondo Tsipras «negli ultimi mesi le onde non trascinano a riva solo i cadaveri dei migranti, ma anche i valori stessi della cultura europea». Non ha esitato, poi, a ribadire che «prova vergogna per l’incapacità dell’Europa di affrontare questo dramma umano». Il governo di Syriza, ha chiarito, attraverso il suo più alto rappresentante, che il dovere principale è continuare a salvare vite umane, perché «i greci sanno bene che cosa significhi l’essere profughi». Ed appare, quindi, una logica conseguenza il fatto che si debba compiere tutti gli sforzi possibili per «isolare-come ha detto Alexis Tsipras – tutte le voci dei razzisti, in Grecia ed in tutta l’Europa». E a chi, all’interno dell’Ue, insiste nell’erigere nuovi muri, il primo ministro ellenico ha ricordato con forza che «il sogno europeo è nato ed ha acquisito forza proprio quando è caduto il muro di Berlino». Per questo, la Grecia si prepara a chiedere all’Ue di condannare in modo chiaro tutti i paesi che hanno deciso di chiudere i propri confini, di costruire muri. Atene ritiene che si debba arrivare al più presto al trasferimento dei profughi dalla Turchia, verso i paesi membri dell’Unione. Quanto all’impegno del suo governo di fate in modo che 50.000 profughi possano essere accolti, provvisoriamente, in Grecia, il leader della sinistra greca ha chiarito: «non ci sarà alcun ghetto. 20.000 persone verranno ospitate in centri nella Grecia continentale, ottomila in quelli delle isole, e altri ventimila all’interno di famiglie che saranno sostenute con degli aiuti europei».