A Chongli, uno dei centri nei quali si svolgeranno le prossime Olimpiadi invernali in Cina, uno degli impianti sciistici più conosciuti e nato negli anni passati, si chiama Duolomeidi (traslitterazione cinese dell’italiano Dolomiti). Dal nome si comprende lo zampino italiano: un lavoro (di italiani) di ideazione, costruzione e comunicazione durato anni e che ora raccoglierà ora frutti davvero imponenti.

Chongli è una città brutta, anonima e simile ad altre migliaia di città cinesi, ma i centri sciistici nelle valli circostanti – dove, come nella capitale, fa parecchio freddo d’inverno – permettono a turisti locali (la maggioranza) e agli stranieri, una rilassante parentesi di neve, passeggiate e un salutare intervallo dall’inquinamento della capitale. L’unico problema: i 240 chilometri che distanziano la location da Pechino (che ospiterà le gare di hockey).

Ma in questo tempo che rimane fino al 2022 tutto cambierà, perché da Pechino a Chongli ci vorranno solo 35 minuti con un treno super veloce.

E c’è da credere che l’intuizione di chi ha realizzato gli impianti in quella zona, con l’assegnazione delle Olimpiadi invernali ripagherà i dubbi e le difficoltà iniziali. Chongli – infatti- sarà uno dei centri abitati cinesi che diventerà noto in tutto il mondo, grazie al nuovo record della Cina. Unico paese a ottenere la doppia Olimpiade: quella estiva del 2008 e quella invernale nel 2022.

Olympic power

La capitale cinese ha vinto la sfida finale contro la kazaka Almaty. È stata scelta nella tarda mattinata italiana di ieri dai membri del Comitato olimpico internazionale riuniti a Kuala Lumpur.

Un grande successo per il soft power locale e per il presidente Xi Jinping (e il suo sogno cinese), nonostante le immediate proteste delle associazioni per i diritti umani, che denunciano le campagne contro gli attivisti di Pechino. Ma per la Cina questa «vittoria» è un simbolo di forza internazionale e una metaforica congiunzione tra due paesi diversi.

La Cina del 2008 si affacciava con forza sulla scena internazionale, proprio nel momento in cui l’Occidente entrava nella sua spirale di crisi e difficoltà.

Nel 2022 la Cina sarà ben diversa, e arriverà a quella data dopo un periodo per niente facile. Anche il presidente Xi Jinping ha esultato dopo aver caldamente invitato a votare per la Cina: le Olimpiadi ha detto, «rafforzeranno gli scambi e la comprensione tra i cinesi e gli altri paesi del mondo. La popolazione cinese non vede l’ora di avere questa opportunità.

Vi assicuro che le Olimpiadi a Pechino saranno fantastiche, eccellenti e straordinarie». Qualcosa di molto simile a quanto detto quando venne nominato al vertice politico del paese; nel suo discorso inaugurale sottolineò proprio la necessità di una conoscenza reciproca migliore tra Cina e resto del mondo.

Neve e inquinamento

Se nel 2008 la Cina era ancora trainata dalla sua economia che dipendeva in gran parte dalle esportazioni, oggi non è più così. Il noto intellettuale cinese Wang Hui, durante un’intervista, mi disse che a suo parere, «nel 2008 era finito il Novecento cinese», da un punto di vista economico e politico.

La necessità è stata quella di creare le condizioni perché il paese possa avere un moderno mercato, trainato dai consumi interni e arricchito da una presenza internazionale finalmente cosciente della propria forza.

Le Olimpiadi di Pechino, con alla guida Hu Jintao e Wen Jiabao, furono la consacrazione della Cina come astro nascente della politica internazionale (per i cinesi si trattava di un «ritorno», naturalmente). Quelle del 2022 sono la consacrazione di un paese che ha fatto passi da gigante, ha migliorato le condizioni di vita di milioni di persone e più di tutto ha ormai un ruolo internazionale che non è messo in discussione. Nel 2008 si scherzava dicendo che il governo avrebbe garantito un mese di completo sole, senza pioggia e soprattutto senza inquinamento. Andò così.

C’è chi è sicuro dunque che tutti gli ammonimenti che sono stati fatti alla Cina in tema di inquinamento (e di reale esistenza della neve) saranno superati. Per quanto riguarda l’inquinamento, il governo ha presentato una serie di misure dure, tra cui la chiusura di fabbriche inquinanti e la diminuzione della dipendenza dal carbone, in favore di fonti di energia pulita.

Per quanto riguarda la neve, se i cinesi ne avranno bisogno, avranno la neve. C’è da giurarci.