Manifestazioni nelle principali città del vecchio continente, da Madrid a Mosca, passando per Varsavia, Amsterdam e Berlino. In 15 mila hanno sfilato per le strade della capitale Bruxelles per chiedere alla classe dirigente, nazionale ed europea, di agire in fretta. Parola d’ordine «ambizione» perché le politiche da mettere in atto siano « concrete e coraggiose». Diecimila in piazza a Parigi in un corteo che ha ricevuto il sostegno della sindaca Anne Hidalgo.

«QUESTO TERZO SCIOPERO mondiale è l’ultimo avvertimento» hanno tuonato gli studenti parigini che domani ospiteranno una nuova manifestazione per una settimana di mobilitazione mondiale che terminerà con la terza marcia globale per il clima, in programma per il prossimo venerdì 27 settembre.

Un centinaio i cortei in tutto il Regno unito. Londra la piazza più calda, con l’intervento della polizia in seguito all’occupazione del ponte di Lambeth bridge nel cuore della capitale britannica. «Siamo contenti perché siamo riusciti a portare il tema del clima nell’agenda politica, ma nulla ancora è cambiato, per questo siamo ancora qui» è la voce di Philippe, studente, dal corteo belga. «Siamo contenti che con noi ci siano tanti adulti, questo vuol dire che c’è la consapevolezza che l’emergenza climatica ci riguarda tutti » è il commento di un altro giovanissimo studente, accompagnato dai genitori.

E proprio la presenza degli adulti è stata rivendicata dal movimento Youth4climat Belgium. Per la portavoce francofona del movimento studentesco Adelaïde Charlier «questo è un tema che ci riguarda tutti». Una manifestazione gioiosa e colorata quella della capitale belga e sede delle istituzioni comunitarie europee, a cui hanno aderito ong, sindacati e associazioni impegnate nella questione climatica.

A BRUXELLES AD APRIRE IL CORTEO sono naturalmente gli studenti. Al loro fianco i ricercatori universitari, presenza importante sul piano simbolico, a legittimare con le proprie ricerche che l’emergenza climatica è reale, e politica poiché i ricercatori delle principali università del Belgio (Ucl, Ulb, Uhasselt, Saint Luois di Bruxelles e Univeriteit di Gent) sono i redattori di un disegno di legge, mai approvato, «la legge speciale sul clima», che avrebbe fatto del Belgio il primo paese europeo a dotarsi di uno strumento legislativo per la lotta contro il riscaldamento climatico.

Per questo in piazza, al fianco degli studenti, c’era la piattaforma Coalition Climat, che da domani (domenica 22 settembre) lancia l’iniziativa «100 giorni per il clima», un conto alla rovescia che terminerà il 31 dicembre, data in cui il governo belga dovrà presentare alla Commissione Ue il Piano nazionale energetico per il clima con lo scopo di presentare misure per garantire la riduzione del 40 % delle emissioni entro il 2030. «Per il governo belga è arrivato il momento di mettere in campo misure ambiziose» ha detto dal corteo Nicolas Van Nuffel, portavoce della piattaforma che unisce 70 fra ong e associazioni impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici.

A FIANCO DEGLI STUDENTI i Teachers for climate, piattaforma dei professori che solidarizzano con lo sciopero scolastico e i Grands parents pour le climat (i nonni per il clima), mossi dalla preoccupazione per le sorti dei propri nipoti, a mostrare il sostegno della società civile per la questione climatica. La manifestazione si è conclusa al parco del Cinquantenario, nel cuore del quartiere delle istituzioni europee, per lanciare un messaggio ai dirigenti europei e alla nuova Commissione perché «gli impegni in difesa del clima non restino lettera morta».