Ha i capelli bianchi e il portamento eretto degli sportivi la trasmissione radiofonica Tutto il calcio minuto per minuto, che ieri ha compiuto 60 anni. Ha raccontato l’Italia dai rettangoli di calcio, le province del sud che sfidavano il grande calcio dei padroni del nord, quelli del triangolo Milano-Torino-Genova, Agnelli e Moratti in primis.

Negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, attraverso le voci concitate dei radiocronisti, dava l’illusione a milioni di italiani che il calcio di provincia, in tempi non globalizzati, potesse farcela. Si diceva allora, per dare corpo all’illusione, che «la palla è tonda» e a volte il transistor attaccato all’orecchio trasformava il sogno in realtà, mandando in visibilio i radioascoltatori.
Accadde il 31 gennaio del 1965 allo stadio Zaccaria di Foggia, dove l’Inter euromondiale di Helenio Herrera, fu sconfitto 3-2 dal Foggia allenato da Oronzo Pugliese di Turi, dove Antonio Gramsci visse la prima carcerazione. Da quella domenica fatidica, Oronzo Pugliese fu chiamato dai quotidiani sportivi il Mago del Sud in contrapposizione al mago Herrera.

SECONDO TEMPO
Nei primi anni ‘60 le radiocronache trasmettevano solo i secondi tempi dalle ore 15.15 e milioni di persone si mettevano in ascolto, ansimanti o speranzose quando la voce proveniente da un altro campo di gioco interrompeva il collegamento con il famoso «Scusa Ameri…».

Fu proprio Enrico Ameri da San Siro il primo a interrompere un radiocronista per un gol segnato in quel momento, non prima di aver fatto sentire il boato del pubblico e aver atteso qualche secondo, per far sentire la sua voce e comunicare l’autore del gol. Una modalità che divenne subito prassi, per tenere con il fiato sospeso gli ascoltatori.

Tutto il calcio minuto per minuto nacque come trasmissione sperimentale.
Nel 1960 a Roma si sarebbero svolte le olimpiadi e bisognava garantire la copertura degli eventi sportivi che si svolgevano nei vari campi e le partite di calcio rappresentarono un’ottima occasione di sperimentazione.

AMERI E CIOTTI
La trasmissione fu affidata a Roberto Bortoluzzi, che da quel giorno coordinò i collegamenti radiofonici ininterrottamente fino al 1987.
Bortoluzzi il 10 gennaio del 1960 dallo studio coordinò tre collegamenti, il primo con San Siro, dove fu inviato lo storico telecronista Nicolò Carosio a commentare Milan-Juventus, il secondo con Enrico Ameri per Bologna-Napoli e il terzo con Andrea Boscione per Alessandria-Padova. Quella domenica tra gli alessandrini giocava un giovanissimo Gianni Rivera, che aveva esordito pochi mesi prima all’età di 16 anni contro la Sampdoria, e sulla panchina padovana sedeva il Paròn Nereo Rocco.

I due si ritroveranno nelle file rossonere e sul finire di quel decennio guideranno il Milan alla conquista dell’Europa. Tutto il calcio minuto per minuto, in questi sessantanni, ha formato radiocronisti di razza tra i quali Enrico Ameri, che prima di entrare alla Rai aveva fatto il maestro di scuola elementare a Lucca, e quando durante la ricreazione i suoi alunni giocavano a pallone in cortile, si lasciava andare a passionali radiocronache, imitando il popolarissimo Nicolò Carosio. Poi Sandro Ciotti, esperto di musica, colto e ironico; suo il finale «ha arbitrato Lo Bello davanti a sessantamila testimoni» quando l’arbitraggio non era stato dei migliori. E tanti altri di quella scuola da Roberto Bortoluzzi ad Alfredo Provenzali.

LA RADIO MODERNA
Che cosa ha rappresentato questa trasmissione per gli italiani? Lo chiediamo a Riccardo Cucchi, l’ultimo radiocronista di quella storica generazione, che ha lasciato il microfono circa due anni fa: «Ho sempre pensato che gli inventori di questa trasmissione, Guglielmo Moretti, Sergio Zavoli, Roberto Bortoluzzi, che fu il primo conduttore e regista, inconsapevolmente abbiano reinventato la radio in chiave moderna. Oggi siamo ingordi di all news, Tutto il calcio minuto per minuto è stata la prima vera all news, alternando il gol improvviso al racconto della partita. Penso che abbia dato origine al modo di fare informazione a livello di radio. Certo riguarda il calcio, ma su quel modello penso che si sia imperniato tutto il racconto della realtà in divenire, perciò ritengo che Tutto il calcio minuto per minuto rappresenti l’origine autentica di tutta la radio moderna».

LA LINGUA ITALIANA
In quei primi anni ‘60 del secolo scorso, nell’Italia dei cento dialetti, le radiocronache delle partite rappresentarono i primi contatti con la lingua italiana di una popolazione che versava per la gran parte nell’analfabetismo.
I radiocronisti di Tutto il calcio minuto per minuto erano coscienti del ruolo che svolgevano.

Nel loro piccolo, sotto la vigile attenzione di Guglielmo Moretti, che alle riunioni del lunedì non esitava a sottolineare gli errori commessi la domenica, i vari radiocronisti hanno contribuito al processo di unificazione della lingua italiana. E non fu un’impresa facile in quegli anni di perdita di identità, dovuta  alla grande migrazione dei meridionali verso il nord industriale.