Nel continuo e inarrestabile oscillare del ministro Cingolani ieri è stata una giornata no. L’ottimismo dei giorni passati ha lasciato il passo alle ammissioni. «È chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive – ha affermato il ministro per la Transizione ecologica -. Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas transitoriamente, un conto è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo».
La stretta della Russia al momento sembra colpire più altri Paesi che l’Italia. Ma questa volta Cingolani mette le mani avanti e prevede quanto meno un costo salato: «Nel nostro caso ha ridotto del 15% i flussi normali» ma ora ha annunciato che «Nord Stream verrà chiuso due settimane per manutenzione: questo comporterà che ci sarà ancora meno gas e i prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento».
Non manca la lode alle aziende: «Bisogna ringraziare i grandi operatori, Snam ed Eni, che stanno facendo i salti mortali per riempire gli stoccaggi», ha detto Cingolani. Proprio per evitare problemi alle imprese, nel decreto approvato giovedì è saltatala norma sul contributo di solidarietà alle società che importano il gas: «Sarebbe stata la scusa per dirottare le forniture verso altri paesi», spiega il ministro.
Il decreto invece attribuisce a Snam il mandato di agire come «contributore» per lo stoccaggio di ultima istanza: «In una sola settimana il riempimento è passato dal 55 al 60%», sottolinea Cingolani. Poi ci sono 4 miliardi «anticipati» per favorire le «prenotazioni in un momento nel quale i prezzi sono alti e quindi la liquidità dei trader va in sofferenza», nota il Cingolani.
Sulla questione siccità però torna pessimista «Paghiamo 20 anni di errori: carenza di invasi, troppa acqua di superficie usata rispetto a quella di falda, un sistema frazionato di gestione. A tutto questo si aggiunga che sono tre anni che piove poco, anche se con una situazione infrastrutturale e di gestione diversa questa emergenza sarebbe stata mitigata», conclude l’ineffabile ondivago ministro.