Entro in casa e sento una puzza assurda.
Ma da dove viene?
Vado dritto in cucina ed apro il frigo. Trovo il sugo di due settimane fa e lo apro per annusarlo.
– Hey ciao! Sono Sugo! –
Richiudo subito il tappo.
Ok, questo è da buttare sicuro.
Poi trovo l’asiago attaccato alla parete del frigo. Come ci è finito lì? Lo prendo, ma quello si muove! Ha della muffa tutta intorno che
sembrano capelli da una parte e zampette dall’altra.
Ok…
Chiudo il frigo. Ormai non è più una zona di mia competenza. Decido di abbandonarlo e rifletto pure sul destino della cucina. Forse sarà il caso di abbandonare la casa? No, no! Devo lottare. Il frigo ormai è andato, ma non prenderanno tutta la casa!
Vado verso il salotto, apro la porta lancio lo zaino e prendo lo zampone di un elefante che barrisce togliendomi cinque anni di vita!
Ecco da dove veniva la puzza.
In effetti era più una puzza da circo più che di formaggio vivo.
Non riesco a capire come possa essere entrato un elefante nel mio soggiorno. Neanche ci passa dalla porta. Forse dalla finestra?
Forse vola come Dumbo.
Chissà se gli è rimasto un po’ di quel vino che ti fa vedere gli elefanti rosa?
Glielo chiedo, ma non penso che abbia la capacità di parlare come il sugo.
Visto da vicino è impressionante: ha tutta la pelle raggrinzita piena di rughe e ha degli occhi che sembrano umani. Mi fissa spaventato perché anche io lo fisso così. Poi è pure tutto sporco di fango.
Dove si è sporcato così tanto?
Devo fare qualcosa, chiamare qualcuno. C’era un divano prima lì sotto
e poi mi sta crepando tutta la parete. Per fortuna che la tv sta dall’altra parte…
Chiamo mia madre piangendo, ma non mi crede allora chiamo mio padre ridendo, ma non mi crede neanche lui.
E adesso?
Devo cavarmela da solo. Basta farlo uscire fuori di casa. Innanzitutto sarebbe ottimo se si alzasse, ma solo ora mi accorgo che si è
addormentato quindi lo sveglio con una pacca sul culo, ma poi capisco che non è stata una buona idea…lo capisco dopo che si sveglia, si alza, comincia a correre terrorizzato per tutta la stanza e a distruggere tutto…
Poi ritorna dov’era, si siede e si riaddormenta di nuovo.
Ok…non farò più nulla. Indietreggio fino alla porta e la chiudo facendo pianissimo.
Chiamo i ghostbusters perché sono gli unici che possono aiutarmi, ma poi mi ricordo che non ho il numero e quindi chiamo lo zoo.
– Sì salve buongiorno. –
– Buongiorno. Avrei un problema enorme. Ho un elefante nella stanza. –
– E vuole parlarne con noi? –
– Beh sì, con chi altro sennò? –
– Dipende dal problema signore. Se è un problema di famiglia dovrebbe
parlarne con la sua famiglia, se è un problema di coppia dovrebbe
parlarne con il suo partner, se invece il problema è tutto suo allora
sarebbe meglio iniziare a conviverci. –
– Non capisco. –
– Sta provando a parlarne e questo le fa onore, però non è un nostro problema, capisce? –
– E invece sì che è un vostro problema. Sarà scappato da voi, da dove sennò? Dall’Africa? –
– Noi abbiamo tutti i nostri elefanti sotto controllo. Noi parliamo dei nostri problemi. Noi. –
– Cosa sta insinuando scusi? –
– Che lei sta facendo finta di nulla. Fa il vago, mentre un elefante le distrugge la casa. –
– Sì esatto c’è un elefante, un VOSTRO elefante che è scappato ed è
qui a sfondarmi la casa, mandate subito qualcuno! –
– Vuole che le mandiamo qualcuno per aiutarla? –
– Sì, subito! –
– È sicuro che non vuole semplicemente accoglierlo con dolcezza? –
– Allora forse non è chiaro. Mi sta distruggendo tutto! –
– È sicuro che non preferisce accettare momentaneamente la sua presenza senza tentare inutilmente di cacciarlo via. –
– Sì, sono sicuro. –
– Perfetto. Tempo due settimane e manderemo qualcuno. Salve e arrivederci. –
– Due settimane? Cosa? –
– Salve e arrivederci. –
E attacca.
E così mi attacco anch’io…
Riapro piano la porta del soggiorno e lo vedo ancora seduto lì dov’era. Mi avvicino quatto quatto e mi accorgo che dorme ancora.
Forse se faccio piano, non si sveglia. Alla fine, non so come, ma non ha rotto la tv. Mi siedo a terra perché ormai il divano è andato,
prendo il telecomando e la accendo, ma spingendo subito il tasto mute.
Poi mi viene in mente che posso usare le cuffie e collegarle alla tv quindi le prendo, sempre facendo pianissimo e così posso anche
sentire. Metto l’ultima puntata della stagione sperando che non mi deluda e…manca solo una birretta. Mi alzo, vado in cucina, apro il
frigo, saluto il sugo, schivo il formaggio, e la prendo. Torno di là.
Serie tv, birretta, cuffie con bassi da paura. Sono solo un po’ scomodo perché sono seduto a terra quindi cerco di farmi solo un po’ più indietro.
Ancora un po’.
Ancora un po’. Fino a che mi appoggio dolcemente all’elefante, solo un
pochettino, solo per rilassare la schiena e le spalle.

Bello…
Incrocio le gambe, sorsetto di birra e via.

Il primo racconto di Total Blocco, qui