La città di Charleroi è stata in questi giorni al centro di una diatriba piuttosto singolare. Il suo sindaco avrebbe chiesto la revoca di un prestigioso premio vinto dal fotografo italiano Giovanni Troilo per un reportage sui gravi problemi sociali della città belga, definita «Il cuore nero dell’Europa». Secondo il sindaco, quel servizio gettava una luce nefasta sul paese e i suoi abitanti. Ma la giuria del World Press Photo non ha trovato nessun motivo per bloccare la consegna del riconoscimento e ha confermato la sua scelta. Il reporter avrebbe lavorato secondo il principio di integrità.

Troilo ha vinto il prestigioso concorso World Press Photo nella categoria «Contemporany Issue – stories» con un reportage di dieci immagini in cui ritrae la città a sud di Bruxelles descrivendola come un luogo «che ha sperimentato il crollo dell’industria, l’alto tasso di disoccupazione, immigrazione e una recrudescenza di microcriminalità». Ma Paul Magnette, primo cittadino di Charleroi, è insorto e ha denunciato il fotografo, chiedendo addirittura il ritiro immediato del premio per quella che ha definito «una grave distorsione della realtà che danneggia la città e i suoi abitanti, nonché la professione di fotoreporter». L’organizzazione del premio, dopo aver accolto la rimostranza e aver condotto alcune indagini, ha però sostenuto il lavoro Troilo, affermando che non ha violato in alcun modo l’etica giornalistica e che le sue immagini risultano essere tutte autentiche.

«Il mio è un lavoro principalmente di ricerca, per offrire una visione realistica di una città che conosco molto bene. La mia famiglia, infatti, ha vissuto lì per per sesssantacinque anni. Charleroi è per me una metafora per la crisi dell’identità europea», ha dichiarato Giovanni Troilo: inoltre, non ha mai nascosto di aver ricreato delle scene in studio che, però, assicura, si possono considerare simboliche rispetto la vita e le atmosfere della cittadina.