Una marea gialla ha riempito la capitale comunitaria, Bruxelles. Erano molte decine di migliaia di catalani – la polizia belga parla di 45mila persone – che sono arrivate nella città sede delle istituzioni europee dove si trovano l’ex «president» catalano Carles Puigdemont e quattro sui ministri in fuga dalla giustizia spagnola.

La manifestazione con il motto «Wake up Europa, democracy for Catalonia» pretendeva reclamare dalle istituzioni comunitarie maggiore solidarietà verso gli indipendentisti catalani di quella che la Ue ha mostrato finora ufficialmente. Ma era anche un grande atto elettorale in una campagna dove i leader dei due principali partiti indipendentisti sono uno in carcere e uno all’estero.

Oltre al «president» e agli ex ministri, hanno preso la parola la numero due di Esquerra republicana, Marta Rovira, che ha letto una lettera di Junqueras, dal carcere, e un rappresentante della Cup.

L’ex ministro Toni Comín ha urlato che il governo spagnolo «ha paura che un giudice belga dica la verità, che siamo perseguitati per le nostre idee politiche» e ha concluso chiamandoli «franchisti».

Puigdemont ha detto che i catalani sono andati a Bruxelles perché l’Europa li ascolti.