Il Dipartimento di Stato ha completato le indagini, cominciate tre anni fa, sull’uso della email privata dell’ex segretario di Stato Hillary Clinton e ha riscontrato violazioni da parte di 38 persone. Alcune potrebbero essere soggette a provvedimenti disciplinari.

L’inchiesta ha stabilito che quelle 38 persone sono «colpevoli» in 91 casi di invio di informazioni riservate, finite nell’email personale di Clinton, stando a quanto scritto in una lettera inviata al senatore repubblicano Chuck Grassley e resa pubblica venerdì. Sono tutti attuali ed ex funzionari del Dipartimento di Stato, ma non sono stati identificati.

Anche se il rapporto dice che in generale «non c’è nessuna prova persuasiva di una gestione sistematica e deliberata di informazioni riservate», tuttavia chiarisce che l’uso dell’email privata da parte di Clinton ha aumentato la vulnerabilità di queste informazioni.
L’inchiesta riguardava 33mila email che Clinton ha consegnato per la revisione dopo che il suo uso dell’account privato è diventato pubblico. Il Dipartimento ha dichiarato di aver riscontrato un totale di 588 violazioni su informazioni allora ritenute classificate, ma non è stato possibile assegnare la responsabilità in 497 casi.

Hillary Clinton, intanto, ha denunciato che i russi «tengono gli occhi su qualcuna nelle primarie democratiche e la stanno preparando per diventare la candidata di un terzo partito» per dividere gli elettori liberal e aiutare la rielezione di Donald Trump. Si tratterebbe di Tulsi Gabbard, che per Clinton è «una risorsa dei russi». La deputata delle Hawaii ha definito le dichiarazioni di Clinton «una vigliaccata».