Sembra un film sulla libertà di Ken Loach, che però di sicuro non avrebbe scelto due rampolli di casa reale per protagonisti. L’annuncio che Harry e Meghan, duchi di Sussex, abbiano intenzione di abbandonare il proprio status nobiliare e di emigrare in Canada ha un che di sovversivo e liberatorio come i film di Loach. «Vogliamo renderci autonomi economicamente e vivere normalmente», hanno annunciato i due scandalosamente Ma il problema non riguarda solo una giovane coppia vogliosa di libertà, oltretutto stanca dei riti di Buckingham Palace.

LA GRAN BRETAGNA VIVE una fase particolare dove i suoi problemi identitari la fanno da padrone. Prima la voglia di Brexit per separarsi dall’Europa comunitaria, poi il rilevante successo dei Conservatori nelle recenti elezioni politiche con il rifiuto dell’alternativa del nuovo Labour Party di Jeremy Corbyn, poi ancora la paradossale decisione di non rinnovare i programmi Erasmus per gli studenti europei.

La Gran Bretagna sta così diventando, scelta dopo scelta, piccola piccola, conservatrice e bigotta. Ecco ora riscoppiare perfino il problema della vetusta monarchia che sembra accompagnare il declino politico della Gran Bretagna restata il miglior alleato degli Stati Uniti, seppure incapace di giocare un ruolo autonomo sulla scena internazionale.

Sono lontani i tempi di Margaret Thatcher e di Tony Blair: la prima inaugurò la dura e inflessibile stagione del liberismo europeo, il secondo tentò una «terza via» moderata come soluzione ai problemi della sinistra in società post-industriali. Trent’anni fa, la Gran Bretagna faceva comunque «scuola». Attualmente, la politica britannica parla solo a una parte di se stessa – le campagne, i piccoli centri, la destra – scegliendo come bussola il sovranismo isolazionista.

QUANTO ALLA MONARCHIA, sembra di assistere a un «effetto Lady Diana», mamma degli eredi William e Harry, che continua a tanti anni di distanza dalla sua morte nel 1997. Fu infatti Diana Spencer, ai tempi del suo divorzio dall’erede al trono Carlo, a denunciare in una famosa intervista del 1995 alla Bbc la vetustà dell’istituzione monarchica insieme ai tradimenti e agli intrighi di corte: lei voleva ridiventare semplicemente una donna «normale», libera di ricostruirsi una vita fuori dalle falsità e convenzioni cortigiane. Mai la monarchia di Londra aveva avuto tassi di consenso così bassi nei sondaggi di opinione come ai tempi dei funerali di Diana.

Lei ha avuto infatti il merito di demolire la retorica che circondava Buckingham Palace. Del resto, l’inamovibilità della regina Elisabetta sul trono dal 1952 non ha aiutato a rinnovare l’immagine della monarchia che sembra imbalsamata nei suoi riti e nei suoi gossip (il colore dei cappellini, lo stato di salute del consorte Edoardo o dei matrimoni e tradimenti dell’immediato entourage regale). Da quel momento in poi, la ferita tra società britannica e monarchia forse non si è mai pienamente sanata. Le uniche monarchie che danno segni di vitalità nella contemporaneità sono quelle della Scandinavia, ancora amate dai propri sudditi. I restanti re e regine d’Europa sono anacronismi storici sopravvissuti per contingenze particolari.

DAL PUNTO DI VISTA POLITICO e di costume, il «caso Harry e Meghan» sembra indicare brutalmente il vecchiume del sistema istituzionale britannico da cui bisogna fuggire per restarne indenni. È significativo che i due giovani non abbiano informato preventivamente la regina Elisabetta della proprie decisioni e che quest’ultima li abbia già esclusi dalle foto ufficiali di famiglia. Il loro matrimonio non è mai piaciuto alla Corona, troppo «borghese» lei, di nascita statunitense e ascendenze afroamericane, con un passato da attrice e perdipiù divorziata. Il loro amore fuori dalle regole aveva da subito richiamato alla memoria la vicenda di Edoardo VII nel 1936, quando quest’ultimo fu costretto ad abdicare perché aveva sposato una divorziata di origini statunitensi.

RESTA DA VEDERE COME reagirà l’opinione pubblica britannica: resterà indifferente o parteggerà per i due giovani che stanno per evadere verso il Canada? Il fatto che Harry e Meghan godano di un budget patrimoniale di 40 milioni di dollari, seppure d’ora in poi perderanno in parte quello annuale di 2 milioni pagato con il denaro dei contribuenti inglesi, non li rende certo popolari.

A volte tuttavia, nel tempo di internet e dei social, singoli episodi di costume colpiscono l’immaginario più di grandi eventi e discorsi. Che i due giovani vogliano seguire l’esempio di Diana e fare quello che a lei non fu concesso più di vent’anni fa può indurre a scossoni e interrogativi collettivi sul perché c’è chi fugge dalla Gran Bretagna dall’incerto futuro. Non sarà certo William, erede al trono e fratello di Harry, a risolvere il rebus su dove sta andando Londra.