Dalla testimonianza che ha trasmesso giovedì al Comitato di Intelligence della Camera, Carter Page, consigliere per la politica estera della campagna presidenziale di Trump, ha ammesso di aver incontrato dei funzionari governativi russi durante un viaggio a Mosca fatto nel luglio 2016.

Poco dopo il viaggio, Page aveva inviato una email ad almeno un assistente della campagna Trump, con considerazioni sulle conversazioni avute con funzionari governativi, politici e uomini d’affari incontrati a Mosca.

I nuovi dettagli danno un’immagine diversa dal racconto del viaggio che Page ha fatto finora in tante dichiarazioni ai media, e sono l’ennesimo episodio di un collaboratore di Trump che ha avuto a che fare con i russi durante la campagna elettorale del 2016.

In molte interviste date al New York Times, che ha rivelato il contenuto della email in questione, Page aveva glissato nel rispondere e negato gli incontri con i funzionari russi, affermando di aver visto «per lo più studiosi».

Dopo la deposizione Page confrontandosi con i giornalisti che lo incalzavano, ha cercato di minimizzare gli eventi: «Ho fatto un saluto veloce ad un paio di persone» ha detto.

All’inizio del 2017 Page era stato interrogato dall’Fbi. Il Comitato di Intelligence della Camera, che lo ha interrogato venerdì sera a porte chiuse, è una delle tre istituzioni che a livello congressuale stanno esaminando l’intrico Russiagate.

Page è stato interrogato anche a riguardo di un suo viaggio a Budapest, precedentemente descritto al New York Times come un viaggio per divertimento nel settembre 2016. A quanto pare, invece, anche a Budapest Page avrebbe incontrato funzionari del governo russo.

Il viaggio di Mr. Page a Mosca del luglio 2016 non è mai stato un segreto: aveva anche tenuto un discorso alla New Economic School. Eppure i servizi segreti avevano aperto un’inchiesta nello stesso mese. Poco dopo Page lasciò la campagna di Trump, e da allora gli altri consiglieri della campagna repubblicana di Trump avevano cercato di prendere le distanze da lui pubblicamente.

Page, ex ufficiale di marina quando entrò a far parte dello staff di Trump, era sconosciuto nei circoli di politica estera di Washington; aveva vissuto a Mosca dal 2004 al 2007 lavorando per Merrill Lynch, e poi aperto una società di investimenti, la Global Energy Capital, collaborando ad alcune trattative con un imprenditore russo Sergey Yatsenko, ex direttore finanziario del gigante russo Gazprom, di proprietà maggioritaria del governo con stretti legami con Putin.
Nel 2013 Page è era stato coinvolto (ma non accusato) in un’inchiesta federale perché sospettato di essere una spia russa.