Una nevicata di poche ore ha mandato in tilt Roma, il Lazio e alcune aree del centro e nord Italia. Nella capitale, dove la sindaca Virginia Raggi aveva ordinato la chiusura delle scuole in via precauzionale, si sono registrati forti rallentamenti nei trasporti pubblici e nel sistema ferroviario, con evidenti ripercussioni sulla circolazione nazionale. Sono caduti alberi in diversi quartieri e fin dal mattino la Protezione civile ha dislocato l’esercito per liberare le strade.

RAGGI, SUBISSATA DALLE polemiche perché assente – era in Messico per seguire un convegno sul clima, il caso ha voluto – ha deciso di anticipare il suo ritorno e già in giornata dovrebbe essere in Campidoglio. La prima cittadina, per cercare di sopire gli attacchi, ha twittato una foto con la propria immagine proiettata sullo sfondo del centro operativo della Protezione civile di Roma, spiegando che si trovava «in contatto costante» con i soccorsi.

Ma polemiche a parte sulla gestione della capitale – sollevate dai consiglieri capitolini del Pd – la vera prova del nove, niente affatto superata, è stata quella che il freddo Burian ha fatto passare al sistema ferroviario. I ritardi dei treni da e per Roma hanno superato le 7 ore e comunque si aggiravano sulla media dei 150 minuti. Trenitalia si è vista costretta a cancellare il 20% dei convogli a lunga percorrenza e ben il 70% dei regionali. Ne hanno fatto le spese anche i trasporti per Fiumicino, con conseguenti problemi per i tanti turisti e romani diretti all’aeroporto della capitale. Il gelo e la neve non hanno risparmiato neanche Italo, a sua volta colpito da cancellazioni e ritardi.

«RIMBORSO INTEGRALE AI clienti di Trenitalia che hanno rinunciato a viaggiare o sono arrivati con tre ore di ritardo», ha annunciato Ferrovie dello Stato. Il tentativo di calmare centinaia di clienti imbufaliti, bloccati a Termini o sui convogli rallentati, è arrivato a metà pomeriggio. Trenitalia e Rfi, il gestore della rete, hanno spiegato di aver attivato sin da ieri tutti gli strumenti e le procedure necessarie a evitare il più possibile «i disagi e garantire la circolazione dei treni». Corse rasaghiaccio sui binari e le rotaie, lubrificazione dei cavi elettrici, mezzi spazzaneve e tecnici dislocati negli scambi nevralgici. Ma evidentemente, per quanto ci si sia mossi per tempo, tutto questo non è bastato.

Le polemiche hanno investito il governo e in particolare il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. «Chissà se qualcuno dalle parti del Governo prenderà dei provvedimenti nei confronti dei vertici di Trenitalia e RFI, perché una normale nevicata, ampiamente prevista da giorni, ha messo in ginocchio il nodo ferroviario della Capitale e del Paese», ha scritto Nicola Fratoianni (LeU) su Facebook. «E chissà – ha concluso – se nelle prossime ore i super pagati manager di queste aziende prenderanno in considerazione l’ipotesi di dimettersi».

DELRIO, CHE DAL CANTO suo non ha gradito le performance del sistema ferroviario, ha chiesto a Rfi un dettagliato rapporto sui rilevanti ritardi registrati. «Al fine di poter valutare eventuali responsabilità anche delle imprese ferroviarie che eserciscono il servizio – ha scritto Delrio – il ministero chiede a Rfi di fornire «con la massima urgenza» un dettagliato rapporto «sulle cause che hanno, di fatto, generato tale situazione, con riferimento ai vari sottosistemi della rete ferroviaria, nonché alle attività e ai comportamenti delle medesime imprese». Si chiede di conoscere se siano state attuate le corrette azioni manutentive e se e quali misure siano state adottate preventivamente, in ragione delle già note previsioni meteorologiche, ai fini della tutela dei viaggiatori.

Il gelo mette a repentaglio la vita di tanti senzatetto, e così nelle città si stanno muovendo i sindaci, la Croce rossa, e associazioni di carità e soccorso come la Caritas o Sant’Egidio. Da Roma a Milano, passando per le Marche e l’Abruzzo – territori colpiti non solo dal grande freddo, ma anche dal terremoto – sono state allestite centinaia di postazioni in più per i clochard, riscaldate e a portata di cibo: nella capitale ad esempio la Croce Rossa ha allestito 100 posti letti nell’ex Sprar del Tiburtino. Nella città guidata da Giuseppe Sala, il Comune ha potenziato la capacità dei centri di ricovero fino ad arrivare a circa 2.700 posti letto a disposizione per l’intera settimana.

SALA HA RIVOLTO UN APPELLO ai senzatetto, sollecitando i cittadini a fare rete: «Io invito davvero a lasciare le strade, almeno in questi giorni, e andare nei nostri centri al caldo». Un appello è venuto anche dal premier Paolo Gentiloni: «Per chi non ha un tetto le condizioni molto particolari di questi giorni sono da affrontare e gestire nel modo migliore possibile. Dalle attività di sostegno all’emergenza bisogna passare gradualmente al sostegno alla povertà, all’inclusione».