Con la scusa del virus al-Sisi si dà altri poteri

Sono entrati in vigore ieri dopo la firma del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi i 18 emendamenti con cui viene investito di nuovi poteri. Approvati ad aprile dal parlamento, sono giustificati con la necessità di limitare l’epidemia da Covid-19 in un paese che vive in stato di emergenza ininterrottamente dal 2017.

Al-Sisi e l’esercito vedranno ampliati i poteri di ordinare arresti, confiscare proprietà senza l’autorizzazione di un giudice, chiudere scuole, università e imprese private e pubbliche e vietare ritrovi pubblici. Inoltre il presidente potrà direttamente ordinare alla procura militare di compiere indagini. Protesta Human Rights Watch: solo cinque dei 18 emendamenti hanno a che fare con l’emergenza sanitaria.

***

India,16 lavoratori uccisi da un treno nel rientro a casa

Aperta un’inchiesta sulla morte di 16 i lavoratori migranti interni uccisi da un treno nello Stato indiano di Maharashtra dopo essersi addormentati sui binari. Avevano camminato per 36 km lungo i binari nella speranza di prendere un convoglio di passaggio che li riportasse nei loro villaggi a causa del lockdown imposto per contenere il Covid-19. Un dramma per milioni di lavoratori informali e poveri, costretti a rientrare nelle zone rurali di origine ammassati su bus e treni o costretti a camminare per centinaia di chilometri a causa del costo del viaggio.

***

Giornalista fatto sparire per 2 mesi dalla polizia di Dacca

Non si sono avute notizie di Shafiqul Islam Kajol, giornalista bangladese, per 53 giorni. Alla fine è riapparso, in custodia della polizia a 150 miglia da dove era stato rapito. È accusato di post in violazione della controversa legge sulla sicurezza digitale. Rischia ora sette anni di prigione. Solo negli ultimi tre mesi in Bangladesh sono almeno 59 i giornalisti denunciati, minacciati o aggrediti per il loro lavoro.

***

Il Sudan confisca terre della famiglia di Omar al-Bashir

Khartoum ha confiscato terre per 92mila metri quadrati e proprietà nella capitale della famiglia dell’ex presidente Omar al-Bashir, deposto un anno fa dall’esercito dopo mesi di proteste popolari. Nel mirino terre intestate ai nipoti. Ora tutte le proprietà sono passate sotto il controllo del ministero delle Finanze.