Egitto, Amal Fathy condannata a 2 anni

La Corte per i reati minori di Maadi ha condannato a 2 anni di prigione l’attivista egiziana per i diritti umani Amal Fathy, moglie di Mohamed Lotfy e madre di un bambino di tre anni. Lofty è il direttore della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecfr), ong alla quale appartengono i consulenti legali della famiglia di Giulio Regeni. Amal è stata dichiarata colpevole nel processo che l’ha vista imputata di aver diffamato la Banca Misr e del suo staff. Lo annunciato il suo avvocato Doaa Mustafa sul suo profilo Facebook. Il tribunale le ha anche ordinato il pagamento di due differenti ammende una di 561 dollari e l’altra di 1.122 dollari. «Un vero e proprio oltraggio alla giustizia», è stato il commento di Riccardo Noury di Amnesty Italia . Purtroppo si tratta solo della sentenza del processo minore. Amal, che ha già trascorso 141 giorni in prigione, si ritrova adesso con una condanna, seppur con pena sospesa, a due anni di carcere, ma rischia un verdetto ancor più pesante il prossimo 14 ottobre quando comparirà davanti a un giudice per rispondere di accuse come quella di «appartenenza a un gruppo terroristico», «diffusione di idee che incitano ad atti di terrorismo» e «pubblicazione di notizie false». Amnesty International ha rinnovato la richiesta al Cairo di rilasciare senza condizioni Amal Fathy e di annullare tutte le imputazioni nei suoi confronti.

Assad schermato da antimissile russo

Mosca ha iniziato a consegnare i sofisticati sistemi missilistici terra-aria a lungo raggio S-300 (nella foto) a Damasco. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a margine dell’Assemblea delle Nazioni Unite a New York. Secondo indiscrezioni si tratterebbe di una dotazione iniziale di 4 S300 ma potrebbe poi arrivare fino al raddoppio dell’arsenale. Dopo il blocco della fornitura russa a causa delle forti pressioni contrarie da parte di Israele e Stati Uniti, ora Mosca motiva la consegna come reazione al caso dell’aereo russo abbattuto due settimane fa in Sira per errore dalla contraerea di Assad che invece avrebbe voluto colpire un caccia F16 israeliano. «Come ha detto il presidente Putin le misure che stiamo adottando mirano a garantire al 100 per cento la sicurezza e la protezione per i nostri uomini», ha spiegato Lavrov.