Il Brasile sta vivendo la più grave crisi idrica della sua storia. E la crisi non risparmia Brasilia, dove si svolge il Forum Mondiale dell’acqua. La capitale federale brasiliana, con i suoi due milioni e mezzo di abitanti, sta sopportando, da un anno, un forte razionamento idrico. La «seca», la siccità, sarebbe la principale responsabile.

Sergio Koide, docente di ingegneria civile all’Università di Brasilia, afferma: «La siccità è stata severa, ma è tutto il sistema di raccolta e distribuzione delle acque che va rivisto». L’analisi dell’ambientalista Thiago Avila allarga l’orizzonte: «I corsi d’acqua non vengono preservati, non vi è un controllo pubblico delle risorse idriche, l’acqua viene trattata come un bene privato, come oggetto di speculazione per generare profitti». Ma la «seca» ha colpito negli ultimi anni anche le regioni del Centro e del Sud-Est del Brasile. La regione metropolitana di San Paolo, centro economico e finanziario del paese, che con i suoi 20 milioni di abitanti è una delle aree più popolate a livello mondiale, ha vissuto una situazione drammatica dal 2013 al 2015. Il Brasile è stato sempre considerato la risorsa idrica del mondo.

L’Istituto brasiliano di ricerca spaziale calcola in 8000 km cubi le riserve di acqua dolce del Paese, il 15% delle riserve del pianeta, una quantità superiore a quella di Stati Uniti e Canada messi insieme. Ma come è possibile che il paese che ha le più abbondanti riserve di acqua dolce stia affrontando una crisi così grave? I meteorologi parlano di «effetto Amazzonia», mettendo in evidenza il rapporto che esiste tra la foresta amazzonica e il ciclo dell’acqua. Si calcola che ogni albero adulto dell’Amazzonia produca 1000 litri di acqua al giorno sotto forma di umidità. La deforestazione sta producendo una riduzione del flusso di aria umida che dal Nord si dirige verso il Centro e il Sud-Est del paese, con il conseguente calo di piovosità.

Il climatologo Antonio Nobre definisce «fiumi volanti» questi flussi di aria umida che percorrono migliaia di km. e impediscono che il Sud-Est sia un deserto, come altre aree del pianeta che si trovano alla medesima latitudine. Nel 1972 il matematico e meteorologo Edward Lorenz si chiedeva in un suo scritto: «Può il battito d’ali di una farfalla in Brasile provocare un uragano in Texas?». La metafora della farfalla serviva a spiegarci che, nei sistemi complessi, anche dei cambiamenti minimi nelle condizioni di partenza, possono produrre alterazioni rilevanti. Il clima e il ciclo dell’acqua sono sistemi complessi e un albero abbattuto nella foresta Amazzonica incide sulla disponibilità idrica di un abitante di San Paolo.

Ma «l’idrocidio brasiliano» si sta consumando anche a causa della rapida e inarrestabile corsa alle produzioni agricole industriali. E’ stata proprio la grande disponibilità di acqua a fare del Brasile il centro mondiale dell’agrobusiness. Si calcola che l’80% di tutta l’acqua consumata nel paese venga impiegata nel settore agricolo. La storia di Correntina, una cittadina di 30 mila abitanti nella regione Ovest dello Stato di Bahia, ci fa comprendere le trasformazioni in corso. Correntina era nota fino a qualche mese fa solamente per il suo carnevale, che richiama una grande quantità di persone da tutte le regioni circostanti. Non è mai stata facile la vita a Correntina. Sul territorio si sono insediati, nel corso del tempo, numerose comunità rurali che praticano una agricoltura di tipo familiare e convivono con le comunità indigene e le comunità di Quilombolas (discendenti degli schiavi di origine africana). Tutti a difendere la loro terra e a dipendere dall’acqua dei fiumi. Sono il rio Corrente e il rio Arrojado a rifornire di acqua la popolazione e le attività agricole della zona. Ma la situazione cambia rapidamente quando il governo di Bahia inserisce tutta l’area in cui si trova Correntina in un progetto per incentivare la produzione agricola industriale. Arrivano gli imprenditori dell’agrobusiness, investitori provenienti da Stati Uniti, Giappone, Nuova Zelanda, che si insediano nella regione.

L’azienda Igarashi, a capitale giapponese, occupa un’area di 5000 ettari, concessa dal governo di Bahia, in prossimità di Correntina. Si coltivano mais e soia da esportare. Sono monocolture che richiedono grandi quantità di acqua. Si assiste ad una rapida e profonda trasformazione della regione. Inizia una vera e propria attività predatoria nei confronti dell’acqua. Vengono deviati i corsi d’acqua, si creano sbarramenti, vengono installati canali che portano l’acqua nelle terre. L’azienda agricola Igarashi consuma 100 milioni di litri al giorno, pari al consumo mensile della popolazione di Correntina. Si assiste a un grave cambiamento del regime delle acque che colpisce la popolazione e l’agricoltura familiare di tutta la zona. I piccoli produttori agricoli non hanno l’acqua sufficiente per le loro coltivazioni tradizionali(fagioli, manioca, patate, riso). Siamo di fronte a due modelli produttivi che entrano in collisione. La popolazione di Correntina denuncia la situazione, si appella alle autorità, senza alcun risultato. E cosi, nel novembre 2017, inizia una mobilitazione che coinvolge tutta la popolazione e che va avanti per settimane. L’azienda agricola Igarashi viene occupata e vengono smantellati gli sbarramenti e i canali che sottraevano l’acqua del fiume. Migliaia di persone, con in testa le autorità religiose della regione, manifestano nelle strade, rivendicando il diritto all’acqua, rifiutando il modello produttivo dell’agrobusiness.

Il vescovo Joao Cardoso, in una di queste manifestazioni, dopo il doveroso invito a evitare forme di violenza, rivolgendosi alle migliaia di persone presenti, afferma: «E’ importante lottare per la difesa dell’ambiente e delle acque dei nostri fiumi, perché essi sono la nostra vita e perché lo sviluppo economico va conciliato con la sostenibilità e la responsabilità ambientale». Questo è il messaggio di Correntina al Forum mondiale dell’acqua di Brasilia. I temi del carnevale di quest’anno a Correntina sono stati: difesa dell’ambiente, difesa dei fiumi, l’acqua come bene comune. Sono temi su cui non si può scherzare. E il carnevale in Brasile è una cosa seria.