L’ultima volta che Léon Bloy (1846-1917) mise a rumore la cultura italiana fu nel 1995 in occasione dell’uscita da Adelphi del libello intitolato Dagli ebrei la salvezza (1892), il cui violento antisemitismo, o per meglio dire antigiudaismo di impronta cristiana, sostiene che il deicidio è la scelta obbligata di un popolo rappresentato in esclusiva da Giuda il traditore e da Pietro l’apostata. Nel suo stile vocato all’iperbole Léon Bloy, che non è tuttavia né Drumont né un Céline in anticipo, amplifica all’eccesso un pregiudizio odioso ma purtroppo molto diffuso e condiviso nell’imminenza dell’affaire Dreyfus anche da un conclamato progressista della...