I giornalisti del quotidiano tedesco Bild hanno regalato a Mario Draghi un elmetto prussiano nel marzo 2012. Pensavano che il suo atteggiamento risoluto fosse quello di un “rigorista” che applicava il verbo monetarista indipendentemente dalla realtà economica. Sbagliavano: il presidente della Banca Centrale Europea, giunto ieri all’ultima conferenza stampa a Francoforte del suo mandato di otto anni, non è un fanatico idealista. È un realista capace di colpi di teatro ben preparati (l’ormai celebre «Whatever It Takes»: fare tutto il necessario per «salvare» l’euro nel 2012) e dotato di una notevole versatilità pragmatica. Adatta cioè la teoria della stabilità di...