È una delle parole (e uno dei gesti) su cui si è più scritto e intorno alla quale sono nate più «visioni»  – dalle fotografie al cinema, ai romanzi e, procedendo a ritroso, ai frammenti poetici dei lirici greci o le lodi di Catullo. Baci: si intitola semplicemente così il seducente albo illustrato che viaggia grazie al riuscito tandem fra i versi di Guia Risari e le tavole disegnate da Andrea Calisi (edizioni Corsare, pp. 32, euro 19: il libro sarà presentato a Plpl lunedì 6 dicembre, ore 17, sala Giove, con gli autori e Giuliana Fanti). «Al mondo non esiste un bacio solo; ce ne sono milioni, diversi come foglie, rapidi come rondini, unici come gocce di pioggia», scrive Risari, che abbiamo conosciuto pure con La strana storia di Cappuccetto Blu (Settenove), Il Taccuino di Simone Weil (rueBallu) e Una gallina nello zaino (Terre di Mezzo). Per lei, ogni bacio «sospende il tempo e immobilizza lo spazio: non si è più separati; si è insieme, alla ricerca di un paradiso di armonia»
Di baci – gli stessi che da circa due anni sono al bando e assumono su di loro l’ombra oscura della malattia al posto del contatto affettivo e gioioso – ci sono anche quelli che fanno ridere «come bollicine», quelli acerbi, temporaleschi, infarciti di nostalgici ricordi (nell’illustrazione compare il celebre quadro risorgimentale di Hayez), oppure che bucano la notte e incantano il mattino, e al gusto di mandorla perché è questo il sapore dell’amicizia.
D’altronde, anche per il filosofo e scrittore danese Søren Kierkegaard, l’atto del baciare sfuggiva a una precisa definizione e possedeva una identità multipla: «ora è schioccante, ora sibilante, ora sonoro, ora schioppettante, ora risonante, ora scrosciante, ora echeggiante, ora frusciante come seta giapponese», affermava nel suo Diario del seduttore.
La coppia che firma l’albo è una coppia «felice» per immagini e parole. Calisi, artista e grafico, che ha lavorato molti anni con laboratori creativi in una struttura semiresidenziale per ragazzi schizofrenici, non segue pedissequamente la scintilla poetica della pagina accanto, ma percorre una sua personale strada di fantasia, con il suo stile un po’ Nabis, che richiama alla memoria una galleria di dipinti che hanno fatto la storia dell’arte