Quarantacinquemila. Questo numero spaventa l’Autorità Nazionale (Anp) e la popolazione palestinese. Corrisponde ai lavoratori che rientreranno in Cisgiordania per la Pasqua ebraica (8-15 aprile) quando in Israele e negli insediamenti coloniali saranno sospese le attività produttive in cui sono impiegati. In prevalenza lavorano nell’edilizia, settore solo sfiorato dai provvedimenti restrittivi varati dal governo Netanyahu per contenere il diffondersi del coronavirus che in Israele ha fatto registrare circa 7500 casi positivi e 41 decessi. Si rischia perciò un massiccio «contagio di ritorno» in Cisgiordania dove ad oggi i test risultati positivi sono 205 (12 a Gaza). «In Israele i casi accertati...