La cantautrice statunitense Loretta Lynn, icona della country music, è morta ieri all’età di 90 anni nella sua casa nel Tennessee. Conosciuta per le sue canzoni radicate nell’esperienza della vita reale, spesso difficile, a partire da Don’t Come Home a Drinkin’ (With Lovin’ on Your Mind) del 1966, Lynn è stata nominata per 18 Grammy Awards, vincendone tre, e ha ricevuto nel 2010 il Grammy alla carriera. In tutto ha registrato 60 album in studio. Tra gli altri successi Honky Tonk Girl e l’inno femminista The Pill.

Nata Loretta Webb in una capanna rurale del Kentucky il 14 aprile 1932, Lynn era una degli otto fratelli di un minatore di carbone, un fatto che ha raccontato nella sua canzone del 1970 Coal Miner’s Daughter e nell’omonima autobiografia scritta insieme a George Vecsey. Il libro ispirò poi il film La ragazza di Nashville, diretto nel 1980 da Michael Apted. La vicenda umana di Lynn è stata così portata sul grande schermo dall’interpretazione di Sissy Spacek, che vinse l’Oscar alla miglior attrice. Alla cantautrice si era ispirato nel 1975 anche il regista Robert Altman per tracciare la figura della protagonista del suo film Nashville, con la cantante Barbara Jean interpretata da Ronee Blakley.
Tra gli ultimi lavori di Lynn, l’album Van Lear Rose insieme a Jack White, chitarrista dei White Stripes, che l’aveva fatta conoscere ad un pubblico più giovane e rock.