Se la riforma della legge Fornero è un futuro ipotetico, finalmente qualche certezza per le pensioni di oggi della categoria più a rischio infortuni. Dopo un lungo tira e molla il governo ha parere positivo sull’emedamento che riduce dagli attuali 36 a 32 anni gli anni di contributi necessari per gli edili per presentare domanda all’Ape social e andare in pensione con 63 anni di età.
La richiesta iniziale dei sindacati era di abbassare gli anni di contributi a 30, ma il compromesso trovato con governo e maggioranza è comunque festeggiato dalla Fillea Cgil.
«Apprezziamo la scelta di riconoscere che i lavoratori dei settori più gravosi devono poter essere accompagnati in pensione prima», afferma il segretario generale della Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, ricordando la campagna svolta in queste settimane, con una lettera inviata a tutti parlamentari e l’hashtag #uncommasalvavita. «Aspettiamo ora che il parlamento approvi questo provvedimento, che per noi va nella direzione giusta, nonostante sia la commissione tecnica che il sindacato avessero proposto di portare a 30 anni i contributi necessari, in virtù dell’addensamento medio contributivo degli edili over 60, che è tra i 26 ed i 30 anni di carriera previdenziale, vista la discontinuità del lavoro e, purtroppo, anche periodi di lavoro a nero», conclude Genovesi.
Per il resto la giornata della legge di bilancio è stato il solito caos con riunioni saltate e posticipate. In serata al Senato è slittata alle 21,30 l’incontro per le «riformulazioni», tra cui quella sulle modifiche al Superbonus, dopo l’intesa raggiunta con il governo che dovrebbe portare alla cancellazione del tetto Isee per le villette.
In più dovrebbero arrivare un fondo per i piccoli proprietari che hanno subito il blocco degli sfratti per l’emergenza Covid, la proroga del bonus per i rubinetti e il rafforzamento di quello per i mobili.
Ieri pomeriggio è arrivato il primo gruppo di «emendamenti riformulati»: quelli coperti da risorse in accordo tra maggioranza e governo. Interventi importanti e attesi, come il pacchetto contro la violenza sulle donne, i fondi per il sostegno psicologico degli studenti provati da due anni di pandemia o l’avvio della riforma dell’apprendistato. Ma anche troppe micromisure volute da singoli parlamentari: decine sotto il milione e addirittura una norma che vale appena 7mila euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e protezione civile della Valle D’Aosta. Anche il governo ha presentato un intervento, considerato urgente, da soli 60mila euro per la commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici.