Non sui green di un campo a diciotto buche, e men che meno con legni, ferri e pat. Bensì sotto il viadotto di Ventimiglia, costruito nel greto fiume Roya. È la sacca da golf che contiene la vita di Abu, un ragazzo sudanese di venti anni giunto nell’ultimo lembo di Liguria dopo un’odissea durata nove mesi. Differentemente dagli altri che si ammassano sotto questo tetto di cemento armato, lui, Abu, non si vuole liberare dal suo tesoro fatto di stracci e scarpe. I suoi amici, quasi tutti sudanesi, come unico bagaglio hanno un foglietto di un’avenue parigina, numero venti: poi...