Già uscendo dall’aeroporto di Bombay, il chiarore pallido fatto di umidità e inquinamento atmosferico che mi aspettavo avvolge la città e si materializza, tanto da rendere tutto quello che vedo non a fuoco, illumina le cose di una luce smorta, appannata. L’aria, invece, ha uno spessore polveroso e denso, anche la vegetazione ai lati delle strade è esangue mentre viaggio a bordo di un piccolo taxi nero, uno dei tanti che sfreccia nel traffico frenetico, che con i suoni dei clacson sgraziati e perturbanti sono la jam session quotidiana di questa metropoli indiana dai molti primati negativi: è una delle...