Se qualcuno sperava che l’audizione del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro davanti alla commissione Difesa del Senato avrebbe portato un po’ di chiarezza nella bufera che si è scatenata contro le Ong, è rimasto deluso. Il magistrato ha confermato i suoi sospetti verso alcune delle organizzazioni umanitarie che operano nel canale di Sicilia e chiesto maggiori strumenti investigativi, come la possibilità di intercettare i telefoni satellitari utilizzati per allertare i soccorsi dei migranti, ma alla fine ha dovuto ammettere ancora una volta di non avere prove spendibili in un eventuale processo. Insomma: nessun passo in avanti, specie se si considera che prima del magistrato in commissione era intervenuto l’ammiraglio Donato Marzano comandante della squadra navale della Marina militare che opera nel canale di Sicilia, negando l’esistenza di eventuali movimenti sospetti. «Non esiste alcuna evidenza di manovre delle navi delle Ong che abbiano costituito intralcio per le operazioni del dispositivo Mare sicuro», ha affermato l’ammiraglio.
Il Consiglio superiore della magistratura, che oggi deciderà se aprire un procedimento nei confronti del magistrato, ha già scartata l’ipotesi di un suo trasferimento, così come ieri anche il ministro della Giustizia ha escluso interventi nei suoi confronti. «Mi pare che le valutazioni di Zuccaro attengono a un’analisi di carattere generale su cui si può essere d’accordo o meno, che possono essere più o meno opportune, ma non mi pare che configurino un illecito di carattere disciplinare che giustificherebbe l’intervento del ministero», ha detto il ministro Andrea Orlando gettando acqua almeno sul fuoco delle polemiche politiche.

Davanti alla commissione Zuccaro ribadisce come al centro delle indagini ci sia il traffico di esseri umani. Aggiungendo però come nel Mediterraneo centrale le cose siano cambiate a partire da settembre dell’anno scorso con l’arrivo di una forte presenza di navi delle Ong. «Nessuno può mettere in discussione lo spirito di solidarietà che muove organizzazioni come Medici senza frontiere o Save the Children», spiega. Zuccaro punta invece il dito verso ong di più recente costituzione che, spiega, «battono bandiera di stati dove la collaborazione giudiziaria è difficile, come le isole Marshall, il Belize o Panama», dice. «Alcune di queste operano con mezzi economici assai ingenti, chi le finanzia? Nelle Ong non ci sono solo filantropi».

Circa i presunti contatti tra trafficanti e alcune organizzazioni umanitarie, il magistrato spiega non aver chiesto informazioni ai nostri servizi «perché non le potrei usare», ma di averle avute «da Frontex e dalla Marina militare, in particolare dai dispositivi impegnati nella missione Eunavformed. Abbiamo un contatto intenso con l’ammiraglio Credendino e con l’ammiraglio Bergutti Bergotto». Un punto questo contestato al magistrato dalla capogruppo di Sinistra Italiana al Senato Loredana De Petris che gli ricorda come proprio di fronte alla commissione esponenti dia della marina militare che della missione europea abbiano negato di essere a conoscenza di comportamenti scorretti da parte delle ong.

Per quanto riguarda le indagini Zuccaro ha detto di avere notizia di «navi sospette» che viaggerebbero accanto ai barconi degli immigrati. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, si tratterebbe di navi della vecchia guardia costiera libica più volte sospettata di collusione con i trafficanti di uomini.

Per aiutare le indagini della procura, Zuccaro chiede alla politica tre cose: la possibilità di intercettare i telefoni satellitari, aerei che possano rintracciare la rotta delle navi quando queste spengono i transponder e agenti di polizia giudiziaria a bordo delle navi, anche di quelle delle ong (ipotesi già esclusa da organizzazioni come Msf). Ma il magistrato si spinge fino a dare una valutazione politica non richiesta sull’emergenza immigrazione: «Esiste a mio avviso l’impossibilità di ospitare in Italia la migrazione di carattere economico – dice -. Questo non è un discrimine per le Ong, ma ovviamente per uno stato la differenza è rilevante perché il controllo dei flussi migratori e corrodi umanitari non può che competere agli stati».

«Una gran polverone ma ancora una volta senza portare prove alle sue accuse», commenta la senatrice De Petris. «Le parole del magistrato sono ancora più dannose perché dette in concomitanza con la dichiarazione dei redditi, fondamentale per le Ong che si finanziano da sole. Il risultato è che quelle che hanno finanziamenti occulti continueranno a fare i loro affari, mentre le altre saranno in difficoltà». c.l.