Una sedia lanciata dal balcone di uno dei palazzoni ex Cirio di Mondragone, nel casertano. La popolazione locale che risponde sfondando a sassate i vetri della auto della comunità migrante, soprattutto bulgara, che abita in 4 dei 5 edifici. Ieri pomeriggi tensione altissima nella zona rossa istituita lunedì dalla regione Campania, e destinata a durare almeno fino al 30 giugno, per fermare il contagio da Covid-19.

UNA DONNA BULGARA sabato scorso arriva in ospedale per partorire: al tampone risulta positiva ma asintomatica. Subito dopo emerge un altro caso. Da due diventano 25 e poi, ieri, 43. Tutti asintomatici e tutti, tranne 3, diffusi tra i bulgari di Mondragone, una comunità di 700 persone stanziali e altrettanti che arrivano da luglio a settembre per lavorare nei campi del casertano. Da lunedì i 5 edifici (dove vivono circa in 700) sono in isolamento. Un solo varco è rimasto aperto ma è presidiato dalle forze dell’ordine. La protezione civile consegna i pasti e una postazione fa i tamponi. Il problema è che la comunità non può stare a casa, rinunciando ai soldi guadagnati a giornata.

UN PRIMO GRUPPO di residenti è scappato domenica notte: qualcuno è andato da parenti e amici, altri addirittura con i materassi sulla spiaggia. Chi è rimato nell’ex Cirio aspetta la notte per scavalcare e andare comunque nei campi. La tensione con la popolazione locale è andata aumentando. Ieri lo scontro. Quando la comunità bulgara ha sentito che i positivi sarebbero stati trasferiti al Covid center di Maddaloni per la quarantena sono scesi in strada a protestare. Una parte ha imboccato la Domiziana, un’altra il corso principale, viale Margherita. Un gruppo di italiani è quindi andato ad assediare l’ingresso dei palazzi ex Cirio urlando al drappello di guardia «fermateli», nel pomeriggio hanno bloccato la Domiziana.

IL SINDACO DI MONDRAGONE ieri ha accusato: «Martedì rappresentavo al questore di Caserta l’insufficienza delle risorse per il rispetto dell’ordinanza, ma il questore affermava la mia incompetenza in materia». Il governatore Vincenzo De Luca, che ha passato la pandemia a esibire le sue politiche muscolari, ha chiamato il Viminale ottenendo un contingente dell’esercito. Ieri pomeriggio è andato sul posto: «Abbiamo reagito con rigore in tempi rapidi – ha spiegato -. Ci saranno ulteriori controlli a tappeto sugli stagionali nelle campagne».

IL 5 APRILE DE LUCA aveva presentato il piano socio sanitario, una sezione era per i braccianti migranti: 3.748.880 euro totali per interventi che avrebbero dovuto limitare il contagio. «Siamo ancora in attesa dei primi risultati» la replica di Igor Prata, segretario della Flai di Caserta. Tensione al Covid center di Maddaloni: «Siamo a 40 ricoverati, quasi tutti vengono da Mondragone e sono asintomatici – spiega il sindacato Nursind -. Dovrebbero essere in isolamento domiciliare. L’ospedale non è un luogo di sorveglianza e reclusione». All’appello ieri ne mancavano 19.

LA LEGA su Mondragone ha attaccato miscelando pandemia, migranti e regionali. «Decine di positivi, contagiati che fanno perdere le tracce, tensione tra italiani e bulgari, addirittura le tv nazionali seguono il caso. De Luca tace. Alla prova dei fatti il piatto è vuoto: tante parole ma zero fatti» esultava ieri Matteo Salvini. E la candidata governatrice per i 5S, Valeria Ciarambino: «De Luca ha abbandonato la comunità a se stessa».

A MONDRAGONE i bulgari sono organizzati intorno a nuclei familiari, sono i capofamiglia a gestire gli arrivi. Pagano 100 euro a posto letto, spesso a nero, a proprietari italiani che, in case da 3 o 4 persone, ne fanno entrare anche il doppio. Italiani sono anche i padroni che li fanno lavorare, sempre a nero: «Una donna viene pagata 30, 35 euro per 10, 12 ore a giornata – spiega Prata -, dalla paga deve sottrarre i soldi al caporale per l’intermediazione, la bottiglia d’acqua e il panino. Un uomo arriva a 40 euro. La maggior parte è costrette a queste condizioni, qualcuno è più fortunato». Ci sono i minorenni (14, 16 anni) per 2 o 3 euro l’ora. Persino gli adolescenti che accompagnano i genitori per non rimanere da soli a casa. «A marzo su un furgone da 9 posti erano stipati in 16 – conclude Prata -. Abbiamo denunciato per mesi che ci volevano interventi per il trasporto e l’alloggio per fermare lo sfruttamento e il contagio».