Buchi nelle montagne della Val Susa ma anche economia circolare. Dopo un sì al Tav senza se e senza ma, ieri il neosegretario Pd Nicola Zingaretti è andato a Roccasecca, la cittadina frusinate del film Gli Onorevoli, di cui era sindaco un insuperabile Totò. La storia però è seria: qui la Ideal Standard, azienda di sanitari praticamente chiusa, è stata riconvertita in fabbrica di sampietrini non in pietra, salvando quasi tutti i 300 lavoratori grazie a un accordo fra governo e Regione.

Zingaretti, spiegano i suoi, «sta sulle cose concrete, non si infilerà nei gineprai». Tradotto, starà alla larga dalle beghe di partito. Oggi presenta un pacchetto di proposte sul lavoro per la regione. Il 15 marzo parteciperà alla manifestazione sul clima, la sua prima da leader. E per i prossimi giorni prepara un’iniziativa sul Sud.

PROPRIO DAL SUD però arriva la stoccata di Luigi De Magistris: «Se il Pd continua ad avere come modello del rinnovamento Vincenzo De Luca, mi sembra evidente che non c’è alcuna possibilità di dialogo politico. Diversamente, saremmo interessati se Zingaretti dovesse mettere in campo una proposta innovativa con persone nuove e di rottura rispetto a come è stato il Pd finora». Il sindaco di Napoli è deluso, e forse non solo lui, per il dialogo del neosegretario con Vincenzo De Luca, presidente della Campania e rivale dell’ex pm. De Luca ha dichiarato di non aver votato ali gazebo «per lasciare il popolo libero di orientarsi secondo i propri istinti». Gli istinti si sono orientati massicciamente su Martina (è arrivato a 4 punti dal vincitore, a sua volta rimasto sotto il 50%). De Luca ieri però ha sentito Zingaretti e annunciato una «piattaforma delle regioni del Sud» governate dal centrosinistra «contro il secessionismo mascherato di Salvini». Nei prossimi giorni incontrerà la ministra delle regioni Stefani per avviare un confronto sull’autonomia della Campania.

QUELLO DELL’AUTONOMIA differenziata è un dossier pericoloso. Al Nazareno sul tema regna la confusione. Lo si è visto in un seminario a porte chiuse organizzato la settimana prima dei gazebo. Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, ha chiesto un’autonomia diversa da quella di Veneto e Lombardia (ovvero senza la parte fiscale), e giura di aver convinto Zingaretti.

CHE INTANTO HA AFFIDATO i cordono della borsa del Nazareno a un uomo di fiducia, il senatore Zanda (area Franceschini). Uomo di politica più che di conti, ha accettato con spirito la rogna: «È un incarico immaginario, perché il tesoro qui non c’è», ha detto all’Huffington post. Per il futuro Pd il segretario pensa a qualche innovazione organizzativa: accanto ad ogni dipartimento ci sarà un forum tematico aperto alla società civile. Ad esempio dipartimento cultura, forum cultura. Se presiede un uomo il dipartimento, ci sarà una donna al forum. E una donna dovrebbe fare da vicesegretario. Forse addirittura due. In pole position la piacentina Paola De Micheli (bersaniana, poi lettiana, poi sottosegretaria del governo Renzi ) ma c’è anche la giovane assessora modenese, Stefania Gasparini.

IN VISTA DELL’ASSEMBLEA del 17 marzo che ufficializzerà la sua vittoria – prima non metterà piede al Nazareno – ha chiesto una pausa ai gruppi parlamentari che devono votare la propria delegazione. C’è già qualche scintilla con i renziani ancora maggioranza, a dispetto delle ripetute (anche ieri) dichiarazioni di pace del senatore di Scandicci.

ALTRO DOSSIER DELICATO quello delle europee. Parte con un buco nell’acqua. Ieri Zingaretti ha incontrato Emma Bonino, a cui lo lega un rapporto affettuoso e politico. Fu lei a riportare i radicali (italiani) nel centrosinistra laziale nel 2018 dopo la rottura fra Zingaretti e Pannella nella tornata precedente. Incontro cordialissimo e pieno di «punti di battaglia comune». Ma alla fine l’annuncio è che «+Europa vuole presentarsi con il suo simbolo».