Il giorno dopo la proclamazione a segretario Nicola Zingaretti è in Basilicata, dove la prossima domenica tutto il centrosinistra sosterrà il candidato Carlo Trerotola. Una corsa in salita: la regione era governata dal dem Marcello Pittella che si è dimesso perché indagato. Trerotola è il nome unitario scelto in zona Cesarini. Il nuovo leader prova a scaldare i suoi: «Sono contento che anche in Basilicata si sia ritrovata la forza dell’unità.È così in migliaia di comuni dove si stanno costruendo alleanze per le amministrative di un nuovo centrosinistra aperto alle esperienze civiche. E questo è un valore».

IERI INTANTO al Nazareno – la sede del Pd ancora per poco, entro il 30 giugno il quartier generale traslocha in zona Ostiense – si è insediato uno «staff operativo» che affiancherà la segreteria. Coordinato da Paola De Micheli, Enzo Amendola si occuperà delle europee, Andrea Martella dei rapporti con le forze politiche. A Marco Miccoli – riferimento nella commissione congresso – va una superdelega:comunicazione, ufficio stampa e social.

A PICCOLI PASSI Zingaretti si apre una strada nuova. Un sondaggio della Swg segnala, per la prima volta dal 2017, il sorpasso del Pd sui 5 stelle: 20,1 per cento contro il 20.

MA A SMUOVERE LE ACQUE è una delle proposte fatta ai duemila dell’assemblea nazionale: «In Parlamento serve un coordinamento di tutte le forze di opposizione per nuovo campo del centrosinistra, non guardando al passato, ma per una battaglia sui temi dell’oggi. Nessuno vuole rimettere indietro le lancette dell’orologio, a partire da chi sbagliando si è diviso da noi».

NESSUN RITORNO AL PASSATO, certo. Ma il senso della ricostruzione del campo è chiaro. Infatti ai possibili interlocutori non sfugge: «Per noi è una proposta politica e di buon senso», risponde Federico Fornaro, presidente dei deputati di Leu, «Zingaretti ha espresso alcune valutazioni di principio nella costruzione di questa lista aperta e per noi dovrebbe esserlo innanzitutto a coloro che si riconoscono nel partito dei Socialisti e Democratici europei. Nel quale, ricordo, non c’è mai stata la scissione. I nostri eurodeputati -Panzeri, Zanonato e Paolucci – non si sono mai spostati».

A POTENZA ZINGARETTI è a un’iniziativa con Roberto Speranza, della famigerata (per una parte del Pd) Ditta. «Siamo uniti per non consegnare la regione a Salvini», spiegano entrambi. «Nessuno torna nel Pd». Ma in settimana si rivedranno a Roma. Art.1 propone una lista unitaria dei socialisti europei. Il segretario Pd specifica però che si parlerà di amministrative, e che dopo +Europa vuole incontrare tutti: Art.1 ma anche socialisti, Verdi e Italia in comune. Il 26 maggio, con le europee, andranno al voto 4mila comuni e il Piemonte. Poi, a fine anno l’Emilia Romagna e la Calabria.

MA IL GHIACCIO È ROTTO e non è un caso che i renziani si lamentano delle aperture a sinistra. Non basta a rassicurarli il rapporto con En Marche, il movimento del presidente francese Macron. Non piace – ai renziani – la nomina in direzione dei giovani Marco Furfaro e Mapi Pizzolante, di Futura, l’associazione di Laura Boldrini. E di Massimiliano Smeriglio, numero due alla regione Lazio. Notizie di stampa, forse interessate, lo davano prossimo ad un allontanamento dalla squadra. Ieri invece Zingaretti ne ha annunciato una «promozione»: «Massimiliano è stata la persona ed è la persona a me più vicina e importante nella storia di questi dieci anni, che ci ha permesso di vincere tantissime battaglie in questa nostra comunità». Continuerà «più concentrato ovviamente, sulla vicenda regionale, in una stagione nella quale il presidente avrà anche altri compiti». Smeriglio, dal canto suo, continuerà anche il lavoro di costruzione di una rete della sinistra civica in tutta Italia. «Si continua insieme», chiude la polemica Zingaretti.

ARRIVA UN’APERTURA DI CREDITO anche da Sinistra italiana: «Dalla relazione di Zingaretti ci dividono tante cose, dalla Tav al voto sulla riforma costituzionale di Renzi». dice Paolo Cento, «ma la sua elezione apre una pagina diversa dal passato. Sinistra italiana e i gruppi parlamentari di Leu devono cogliere l’opportunità del coordinamento dell’opposizione e dare la loro disponibilità».

INFINE L’EUROPARLAMENTARE Goffredo Bettini rinuncia a tornare a Bruxelles e annuncia il suo impegno politico senza incarichi: «Troverò il modo di aiutare la mia comunità con stimoli culturali e con le mie idee politiche», scrive su Huffington Post. Il grazie di Zingaretti arriva insieme alla richiesta che «non si interrompa mai quel rapporto di scambio culturale fondato sulla stima e il rispetto per me così utile e formativo in questi ormai decenni di lavoro comune».