Padre Alex Zanotelli ieri era a Riace per la presentazione della fondazione «È stato il vento», che ha contribuito a far nascere, per supportare il modello di integrazione e accoglienza del sindaco Mimmo Lucano, un modello minacciato dai processi in corso e dalle politiche del governo. «Mimmo non può mettere piede nel suo comune, aveva chiesto un permesso di dieci ore per partecipare ma gli è stato negato. Lo incontreremo nel pomeriggio a Stigliano» ha spiegato Zanotelli che, intanto, continuava a tenersi informato su quanto sta accadendo a Giugliano, in provincia di Napoli, dove venerdì mattina sono stati allontanati circa 400 rom senza alcuna soluzione alternativa.

Chi sono i rom di Giugliano?
Sono circa 800, la metà bambini. Una parte era stata sistemata all’interno di una fossa, nel campo di via Madonna del Pantano, sgomberato venerdì. Gli altri erano distribuiti nella zona intorno, al livello della strada. Sono rifugiati politici, scappati dalla Bosnia durante la guerra in Jugoslavia. In molti casi gli uffici anagrafici con i loro documenti sono stati rasi al suolo dai combattimenti. Vivono a Giugliano da almeno 30 anni con bambini nati in Italia. Lo sgombero è avvenuto all’alba senza un corretto preavviso e senza alternative. Hanno subito settimane di minacce da parte del comune, si sono sentiti ripetere «vi portiamo via i figli» e persino che sarebbero stati cancellati dall’anagrafe perché irreperibili. Nessuna sostegno è stato previsto per i più fragili.

Nessuno cerca davvero una soluzione.
La loro storia è una tragica via crucis. Per anni sono vissuti nella zona Asi, da dove sono stati cacciati circa dieci anni fa per ordine della procura. Hanno migrato come bestie nelle campagne del giuglianese, nonostante il grande sforzo del Comitato campano con i rom per trovare loro un luogo dignitoso. Il comune di Giugliano li ha poi costretti a vivere nell’ex Resit, una discarica illegale (per la quale è stato condannato a 18 anni l’imprenditore Cipriano Chianese, ndr), facendoli respirare fumi tossici emanati dal terreno. Nel 2014 la Commissione per la tutela dei diritti umani del Senato andò a verificare lo stato del campo: «Sono molto al di sotto della soglia minima di dignità. Irresponsabile collocare un’area di sosta in un luogo pericoloso per la salute», scrissero. Infine il comune li ha ricollocati in via Madonna del Pantano. Nel 2018 Amnesty international definì il campo «un luogo inumano». Per arrivarci occorre scendere in una buca. Cinque i bagni chimici, altri servizi li hanno dovuti sistemare in alto, sulla strada, per evitare il lago che si forma dopo ogni pioggia.

Li hanno mandati via anche da lì. Il comune di Casapesenna ha scritto una nota (poi modificata) con cui allertava la popolazione del loro possibile arrivo e di stare attenti a chi si affitta casa.
L’amministrazione Pd di Giugliano avrebbe potuto usare 900mila euro dell’Ue per costruire un ecovillaggio ma ha cancellato il progetto su pressione dei cittadini, sobillati anche dall’estrema destra. Ha quindi offerto un contributo all’affitto ma i rom avrebbero dovuto prima esibire un contratto registrato, anticipando 3 mesi di caparra. In questo clima quale privato affitterebbe loro la casa? Adesso vagano nei dintorni in camper e auto, ma l’amministrazione minaccia di allontanarli ancora e nei comuni vicini sono già in allarme.

Il sindaco di Acerra ha sgomberato i rom dal suo territorio senza mediazioni affermando «sono sulla linea del governo».
L’unica strategia delle amministrazioni, seguendo la linea dettata dalla Lega, è cacciarli per costringerli ad andare via dall’Italia. Sono terrorizzato da questo livello di razzismo, i pogrom nazisti cominciarono proprio contro i rom e poi arrivarono tutti gli altri. Il ministro dell’Interno sta procedendo a diniegare diritti ad alcune categorie, quelle più deboli, come rom e migranti, additate all’opinione pubblica che si sente così in diritto di sfogare l’odio razzista. Ma in questo modo stiamo minando i diritti di tutti, anche i nostri.